Cosa è andato storto nella campagna vaccinale americana

Luciana Grosso

Solo il 52,3 per cento della popolazione statunitense risulta vaccinata e gli effetti sono chiari: si contano circa 100 mila nuovi casi e 2000 morti al giorno. Giovedì Joe Biden ha fatto una scelta che è sembrata ai molti radicale e autoritaria, rendendo obbligatorio il vaccino per tutti i dipendenti federali

Sembra ieri che gli Stati Uniti erano, con Israele, in testa alla classifica delle vaccinazioni anti Covid nel mondo; sembra ieri che Europa e America bisticciavano su chi dovesse inviare forniture a chi; sembra ieri che, in America, si pensava che la crisi Covid fosse alle spalle, sconfitta dai vaccini distribuiti ovunque: negli stadi, nei fast food, nelle stazioni della metropolitana.

  

Sembra ieri. Eppure è una vita fa. Perché oggi la campagna vaccinale negli Stati Uniti è completamente ferma: solo il 52,3 per cento della popolazione risulta vaccinata (in Europa siamo intorno al 70 per cento) e gli Stati Uniti ora sono al 57esimo posto nel mondo per percentuale di popolazione vaccinata. Gli effetti del rallentamento dei vaccini si vedono, eccome. Il Covid ha ripreso forza, tanto che si contano circa 100 mila nuovi casi e 2000 morti al giorno.

  

Numeri molto alti, soprattutto in considerazione del fatto che, in teoria, gli americani dovrebbero essere abbondantemente vaccinati e che, tra poche settimane, ricomincerà a far freddo e porte e finestre riprenderanno a chiudersi. Per questo, giovedì, il presidente Joe Biden ha deciso di rendere obbligatorio il vaccino per tutti i dipendenti federali, cioè circa 2 milioni di persone, e di imporre o il vaccino o un tampone recente per i circa 100 milioni di lavoratori di aziende con più di 100 dipendenti.

  

Una decisione che, negli Stati Uniti fissati con la libertà di scelta, sempre e su tutto, è suonata come radicale e autoritaria. Ma che nei fatti, appare più come un tentativo urgente e improcrastinabile di diffondere il vaccino e di bucare il muro della resistenza no vax. "Il mio messaggio per gli americani che non si sono ancora vaccinati è questo: – ha detto Biden – Cosa altro deve succedere? Cosa state aspettando? Siamo stati pazienti, ma la nostra pazienza si sta esaurendo e il vostro rifiuto è costato a tutti noi".

 

  

Un tentativo, quello di Biden, sulle cui possibilità di successo sperano in tanti ma credono in pochi, tanto disastrosa appare la campagna vaccinale americana. Le ragioni sono tante, alcune hanno a che fare con la demografia (gli Stati Uniti sono un paese ancora molto giovane, in cui il 22 per cento della popolazione ha meno di 18 anni e dunque, in cui molti hanno meno di 12 anni, l’età minima per il vaccino); altre hanno a che fare con la geografia degli Stati Uniti, in cui molte persone vivono isolate, in contesti nei quali pensano di essere comunque al sicuro dal virus; altre ancora con il meteo, perché l’estate dà un po’ a tutti l’illusione di poter tirare il fiato e che il peggio sia passato.

  

Ma queste ragioni, da sole, non bastano a spiegare come sia possibile che circa 80 milioni di persone, ancora non abbiano voluto vaccinarsi, per di più, in un Paese, come gli Stati Uniti, in cui i vaccini sono gratis e disponibili a ogni angolo di strada. Per spiegare così tanta astensione sanitaria e tanta diffidenza, la risposta va cercata, come al solito, nella brodaglia post- ideologica, fatta di teorie del complotto, fake news e disconoscimento della verità, che da anni ormai inzuppa l’america. 

  

Guardando attraverso il suo torpidume si riesce a vedere il nodo gordiano del problema dei vaccini in America: chi si voleva vaccinare, lo ha già fatto. E chi non lo ha fatto ha preso la sua decisione per ragioni di identità e di visione del mondo e difficilmente cambierà idea per un’imposizione del Presidente (che probabilmente non riconosce e considera un usurpatore) o per lo spauracchio di una multa salata.

 

 Grafico del New York Times

 

 

Un’impresa resa ancor più difficile dal fatto che, nel frattempo, c’è chi invece di smorzare i toni, soffia con tutto il fiato che può su paure irrazionale e instilla dubbi, sospetti, bugie. Per esempio i governatori di South Dakota, Missouri, Wyoming, e Texas, hanno twittato subito, praticamente in contemporanea con il discorso di Biden, che sono pronti a fare ricorso in tribunale, per fermare l’ordine esecutivo del Presidente. E lo stesso hanno fatto decine di esponenti dell’ala più a destra e trumpiana tra i repubblicani. 

Ma il tweet più efficace è quello del deputato dell’Indiana Jim Banks, che ha scritto “Unvaccinated Lives Matter”. Appunto. 

 

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