Donald Trump, le sue memorie e quelle dei suoi alleati

Luciana Grosso

Nessuna tra le "big five" dell'editoria statunitense intende pubblicare lo scritto dell'ex presidente Usa, che lui annuncia come "il libro dei libri" e di cui nessuno ha ancora visto una riga. Nasce allora la All Season Press, rifugio per i trumpiani “banditi dagli editori pol. cor.”

Donald Trump e i suoi più stretti collaboratori alla Casa Bianca hanno un problema: nessuna casa editrice di primo piano vuole pubblicare i loro libri. Il che, per chi esce da quattro anni alla Casa Bianca, è una circostanza piuttosto insolita, dal momento che i memoir dei politici o degli ex politici vanno forte e le case editrici fanno a gara per accaparrarsene i diritti (Michelle e Barack Obama, per esempio, hanno firmato contratti da rockstar, portando a casa, per le loro rispettive biografie, circa 65 milioni di dollari). 


Non sembra però questo il caso delle opere di Donald  Trump e dei suoi. Pare che nessun editore di primo piano sia intenzionato ad avere a che fare con i loro diari e le loro ricostruzioni dei fatti. Secondo Politico, che ha sentito in via privata alcune gole profonde dell’editoria americana, il libro di Trump (di cui nessuno ha ancora visto una riga, anche se lui sostiene che  sarà “il libro dei libri”) sarebbe già stato rifiutato dalle “big five” Penguin, Hachette, Harper Collins, Macmillan e Simon & Schuster. Ci sono problemi di immagine: nessuna casa editrice ha voglia di essere marchiata come “l’editore di Trump” con conseguente fuggi fuggi di autori e lettori progressisti, woke o anche solo democratici. E ci sono problemi legali, perché nessuno si vuole assumere la responsabilità di pubblicare i libri di persone che, negli anni, hanno dimostrato di non solo di non dare peso alle parole ma anche di non porsi il problema della verosimiglianza (per tacer della veridicità) di quel che dicono. Questo secondo problema sembra il più difficile da risolvere, come dimostra il fatto che l’ex vicepresidente Mike Pence, che è destrorso ma non bugiardo, pubblicherà a breve il suo libro con Simon & Schuster, così come il genero Jared Kushner, che ha un contratto con Harper Collins, o Kellyanne Conway, l’ex superconsigliera di Trump. 


Il problema principale, dunque, sembra essere proprio Donald Trump e quelli che con lui si sono incaponiti sulla teoria delle elezioni rubate. “Come si fa a pubblicare uno che non riesce nemmeno ad ammettere di aver perso le elezioni? Sarebbe un incubo”, ha detto un editor rimasto anonimo a Politico. Così per varie ragioni, chiamale cancel culture, chiamale prudenza, chiamale buon senso, gran parte degli uomini e delle donne che fino a sei mesi fa guidavano il mondo e l’America si ritrova senza uno straccio di editore. 


La questione, però, potrebbe aver trovato parziale soluzione in una nuova casa editrice, la All Seasons Press, il cui scopo, si legge nel comunicato stampa di lancio, è quello di “pubblicare i migliori scrittori, politici ed esperti del movimento conservatore per dare voce agli autori che vengono attaccati, bullizzati, banditi dai social media e rifiutati dagli editori politicamente corretti”. A guidare la casa editrice, saranno due donne, Kate Hartson e Louise Burke, che per divergenze politiche hanno abbandonato i loro impieghi da Simon & Schuster e Hachette. A fondarla, invece è stato lo scrittore e teorico del complotto Tom Mullen.  I primi titoli, a quel che si sa, arriveranno in autunno: “Rush on the Radio”, di James Golden, produttore e braccio destro del discusso conduttore radiofonico Rush Limbaugh; “The Chief’s Chief”, dell’ex capo dello staff di Trump Mark Meadows e “In Trump Time” dell’ex consigliere per il Commercio Peter Navarro. Non è chiaro, ancora, se nel parterre degli autori della nuova casa editrice comparirà  Donald Trump. Quel che sembra probabile, però, è che non ci sarà in quello di tutte le altre.

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