Joe Biden (foto EPA)

editoriali

Le sberle di Biden a Putin

Redazione

Sanzioni dure interrompono la finta normalità fra Washington e Mosca

L’Amministrazione Biden impone sanzioni dure contro la Russia, così dure che hanno il potenziale di avere effetti pesanti sull’economia e fissano un precedente molto significativo. Le banche americane non potranno più comprare titoli di stato russi e questo ridurrà le possibilità della Russia di prendere soldi a prestito. Inoltre trentadue entità sono colpite da sanzioni, inclusi alcuni finti “media” controllati dall’intelligence russa che spargono disinformazione online. E c’è anche l’espulsione di dieci diplomatici. Le motivazioni citate dal governo americano sono interessanti: le sanzioni puniscono soprattutto il caso SolarWinds, vale a dire la violazione molto sofisticata e su scala gigante compiuta dagli specialisti dei servizi segreti russi ai danni delle reti di computer delle grandi aziende e delle istituzioni americane. Ma puniscono anche le interferenze nelle elezioni del 2016 (i servizi russi appoggiavano Donald Trump con manovre sporche), l’uso di armi chimiche (contro l’oppositore politico Alexei Navalny) e le taglie in denaro offerte ai talebani perché uccidessero soldati americani (una faccenda grave che Trump in pratica non commentò nemmeno). Biden, che ha definito Putin “un killer”, ristabilisce un principio normale: le azioni aggressive contro gli Stati Uniti hanno conseguenze.

Era l’indifferenza trumpiana lo stato eccezionale delle cose, adesso le sanzioni sono una reazione che non poteva non arrivare. Jake Sullivan, consigliere per la Sicurezza nazionale di Biden, dice che non basteranno e non sono tutto. Parla di azioni “seen and unseen”, misure che si vedranno come queste sanzioni e misure che non si vedranno e quindi rappresaglie nel settore sicurezza e intelligence. Il Cremlino dice che il previsto incontro fra Biden e Putin salterà, ma di nuovo fa parte dell’ordine naturale delle cose. Non si può pretendere di aggredire, di farsi beccare e poi di tirare avanti come se nulla fosse successo.

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