Bernie Sanders (foto LaPresse)

In America il centro è affollato

Paola Peduzzi

Sanders vince in New Hampshire, ma la novità è un’effervescenza insperata nel campo dei moderati

Milano. Bernie Sanders ha vinto le primarie democratiche in New Hampshire, come previsto ma peggio del previsto: ha preso pochi voti in termini assoluti (meno della metà di quelli che prese nel 2016, quando la corsa era sostanzialmente a due, contro Hillary Clinton) e ha superato di un soffio Pete Buttigieg (25,8 vs 24,4 per cento). Il numero dei delegati di Sanders è inferiore rispetto a quelli di Buttigieg (conta anche il voto contestatissimo dell’Iowa), ma benché ci sia parecchio nervosismo dalle parti del senatore del Vermont, ci sono anche alcuni elementi che potranno giocare a suo favore.

  

 

Il primo è che la rivale diretta nel campo dei radicali, Elizabeth Warren, è arrivata quarta e arranca visibilmente. Il secondo è che quel che pareva il suo rivale predestinato del campo dei moderati, Joe Biden, è arrivato quinto ed è nei guai. Il terzo è che l’establishment del Partito democratico che non vede di buon occhio Sanders e il suo radicalismo non è ancora riuscito a opporre una resistenza unita.

 

 

Il campo dei moderati è infatti affollato e questa in realtà è una novità importante e inattesa: in una campagna elettorale che pareva dominata dall’ala più radicale della sinistra, una svolta considerata inevitabile se non necessaria, l’effervescenza è tutta tra i moderati. Buttigieg, ex sindaco di South Bend in Indiana che puntava tutto su questi primi appuntamenti delle primarie, è andato benissimo e ha scalzato in una settimana, nel proprio campo, Biden. Amy Klobuchar, senatrice del Minnesota emersa dal gruppo dei non presidenziabili nell’ultima settimana, ha superato con un balzo sia la Warren sia Biden. Questa effervescenza mostra che nell’elettorato democratico c’è ancora voglia di politiche liberali e di buon senso, ma allo stesso tempo rischia di frammentare il fronte interno anti Sanders. Ora ci sono dieci giorni di preparativi e riorganizzazione prima del caucus in Nevada e poi il voto in Carolina del sud, e una cosa è certa: Biden non può più sbagliare.

  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi