
La marcia organizzata da People's vote a Londra per chiedere un secondo referendum sulla Brexit (foto LaPresse)
La Brexit di nuovo sospesa
Approvato l’emendamento presentato dal conservatore Letwin che sposta l’uscita dall’Ue oltre la data del 31 ottobre. Il premier Boris Johnson non ci sta: “Nessun rinvio”
Il Brexit day è stato rimandato ancora, nonostante la sessione straordinaria del SuperSaturday - non accadeva dalla guerra nelle Falklands. L’accordo Johnson non è stato messo ai voti perché ha vinto l’emendamento Letwin che costringe il premier inglese a rivedere i tempi del divorzio (322 sì, 306 no). Appena dopo il voto, Johnson ha detto: non chiederò la proroga, si esce il 31 ottobre con l’accordo firmato insieme all’Ue.
Johnson deve rivedere i tempi della sua Brexit, ma ha già dimostrato due cose importanti: i Tory si sono riallineati dietro di lui e parte dei laburisti pure (nei calcoli sull’accordo prima dell’emendamento Letwin c’era una maggioranza, risicata, ma c’era); il ritardo sarà visto come un ostruzionismo inutile di chi non vuole la Brexit. Per gli anti Brexit - come si vede anche dalle facce in piazza per il People’s vote - sono giorni di grande rassegnazione.


bruxelles
L'Ue propone di reintrodurre i dazi a Israele, ma von der Leyen sa che non c'è la maggioranza
“Non vogliamo punire Israele o i cittadini israeliani, ma fare pressione sul governo israeliano affinché cambi strada a Gaza”, ha detto l’Alto rappresentante, Kaja Kallas. Eppure la proposta della presidente della Commissione di sospendere la parte commerciale dell’accordo Ue-Israele appare come un atto simbolico di opportunismo politico. Che rischia di essere insabbiato a causa del veto di uno o più governi
