I primi soccorritori a Tajoura, nel centro di detenzione dei migranti bombardato stanotte

Haftar bombarda un centro per migranti a Tripoli, 40 morti

Luca Gambardella

Colpito un hangar alla periferia della capitale della Libia che ospitava 120 persone. Le vittime sono quasi tutte originarie di Sudan, Eritrea e Somalia e speravano di raggiungere l'Europa

Stanotte un bombardamento ha colpito il centro di detenzione dei migranti di Tajoura, che si trova a est della capitale Tripoli, mentre il governo italiano si ostina a ripetere che la Libia è un porto sicuro. Almeno 40 persone sono morte – quasi tutte di origini sudanesi, eritree e somale – e i feriti sono circa un centinaio. Ma il bilancio delle vittime è destinato a salire, hanno detto i soccorritori, perché nell’hangar colpito erano incarcerati 120 migranti che speravano di raggiungere l’Europa.

 

Secondo il governo di Tripoli, quello sostenuto dalle Nazioni Unite e guidato dal nostro alleato Fayez al Serraj (che lunedì scorso era volato a Milano per incontrare il nostro ministro dell’Interno Matteo Salvini), l’attacco è stato “preciso” e “premeditato”. Un comunicato del governo di unità nazionale ha accusato del bombardamento il generale Khalifa Haftar, leader delle forze della Cirenaica che da aprile ha lanciato un’offensiva in Tripolitania e Fezzan. Ma dopo una prima avanzata piuttosto rapida, le forze di Haftar sono state respinte dalle milizie che sostengono Serraj e hanno perso il controllo di una cittadina strategica a sud di Tripoli, Gharyan. L’avanzata del generale, nonostante il sostegno di alcuni sponsor stranieri come la Russia, l’Arabia Saudita, l’Egitto e gli Emirati arabi uniti, finora è stata un fallimento. Così, lunedì scorso il suo Esercito di liberazione nazionale aveva annunciato una serie di bombardamenti su Tripoli visto che “gli strumenti tradizionali” non avevano portato ad alcun risultato nella conquista della capitale.

 

L’Onu e le ong denunciano da tempo le gravi condizioni dei migranti in Libia, considerati tra gli obiettivi più vulnerabili della guerra in corso. Secondo i dati più aggiornati forniti dall’Organizzazione interazione per le migrazioni (Oim), a Tajoura erano censiti circa 9.800 sfollati a causa della guerra in corso, il numero più elevato registrato in tutto il paese.

  • Luca Gambardella
  • Sono nato a Latina nel 1985. Sangue siciliano. Per dimenticare Littoria sono fuggito a Venezia per giocare a fare il marinaio alla scuola militare "Morosini". Laurea in Scienze internazionali e diplomatiche a Gorizia. Ho vissuto a Damasco per studiare arabo. Nel 2012 sono andato in Egitto e ho iniziato a scrivere di Medio Oriente e immigrazione come freelance. Dal 2014 lavoro al Foglio.