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Il Parlamento europeo boccia le alleanze a caso

David Carretta

Non sarà più valido il principio dell’affinità politica per formare un gruppo. Meglio così 

Bruxelles. Il Parlamento europeo ha evitato di indirizzarsi verso una pericolosa china illiberale oggi, quando ha bocciato un tentativo del gruppo dei Socialisti&Democratici di utilizzare un espediente regolamentare per impedire la formazione di piccoli gruppi euroscettici. La plenaria dell’Europarlamento ha votato una riforma del suo regolamento interno, introducendo criteri più stretti per la costituzione dei gruppi politici, compreso l’obbligo da parte dei deputati di firmare una dichiarazione di “affinità politica”. I socialisti hanno proposto un emendamento (respinto dall’aula) che avrebbe introdotto un controllo da parte della Conferenza dei presidenti sull’effettiva affinità politica di un gruppo parlamentare. Il Movimento 5 Stelle – non a torto – si è sentito chiamato in causa. Il suo gruppo con l’Ukip e Nigel Farage difficilmente avrebbe passato il vaglio, visto che le due formazioni si trovano su posizioni diverse ogni volta che si tratta di votare su questioni concrete e non semplicemente di gridare contro l’Ue. Grazie al voto di oggi, dopo Brexit e elezioni europee, il M5S potrà trovarsi altri con cui formare un micro-gruppo fake.

   

La questione potrebbe apparire di piccola cucina bruxellese, ma tocca il funzionamento di una democrazia parlamentare e non solo perché nemmeno in Europa può esserci vincolo di mandato. All’Europarlamento esistono effettivamente deputati di serie A (quelli che appartengono a un gruppo politico possono presentare più facilmente risoluzioni ed emendamenti e hanno diritto a più fondi) e di serie B (i non-iscritti hanno diritti di grado inferiore). Nel 1999 Marco Pannella ne fece una battaglia formando un “gruppo tecnico” con Jean-Marie Le Pen, che poi fu sciolto d’imperio proprio perché nella dichiarazione costitutiva negava affinità politiche. Chiamata a esprimersi, la Corte di Giustizia chiese all’Europarlamento di porre rimedio alle discriminazioni nei confronti dei non-iscritti, senza però alcun seguito.

    

C’era poi una buona ragione politica per bocciare l’espediente socialista volto a marginalizzare gli anti Ue. L’effetto dell’emendamento sarebbe stato di spingere nazionalisti, populisti e antisistema a coalizzarsi in un unico grande gruppo sulla base dell’unica affinità politica che li unisce davvero: detestare l’Europa. Non va dimenticato poi che nemmeno Popolari, Socialisti e Liberali sono così omogenei al loro interno. Infine, usare metodi antiliberali per combattere gli antiliberali è il metodo peggiore possibile. Se Grillo e Farage vogliono fare un gruppo di buffoni all’Europarlamento per arraffare un po’ di soldi in più, nessuno deve arrogarsi il diritto di dire che Farage è diversamente buffone da Grillo.