(Foto LaPresse)

Sondaggi in bilico per le elezioni europee

Micol Flammini

Europe Elects pubblica dei dati che fanno discutere ma aggiunge: non fidatevi delle previsioni (per 4 motivi)

Roma. Dopo le elezioni europee del 26 maggio sarebbero 132 i deputati di tutte le destre nazionaliste uniti secondo le previsioni pubblicate da Europe Elects. Salviniani, lepenisti, tedeschi dell’AfD, olandesi dell’Nvd, polacchi del PiS. Le forze populiste otterrebbero un numero di seggi che, come ha notato qualcuno, non sono pochi se si calcola che il Partito popolare ne conterebbe 191 e i socialisti 129, ma rimane un gruppo sparuto in un’Aula di 705 deputati. La previsione ha fatto molto rumore, ma Europe Elects nello stesso rapporto sottolinea che va bene fare sondaggi, ma non fidatevi, soprattutto in questo momento storico. Si legge nel report : “E’ estremamente imprevedibile sapere che volto avrà il Parlamento europeo dopo le elezioni”.

 

 

 

Insomma, gli analisti ci dicono che quest’anno non dobbiamo fidarci di loro e dobbiamo accontentarci soltanto di schizzi su come potrà essere il futuro Parlamento. I sondaggi saranno volubili, aleatori, inaffidabili. È la politica, avverte Europe Elects, a essere imprevedibile come non mai, per cui dobbiamo arrenderci all’idea che alle europee ci saranno delle sorprese. Tanta imprevedibilità è dovuta a quattro ragioni principali. La prima è che molti partiti nazionali si sono rifiutati di indicare a quale gruppo aderiranno nel Parlamento. Meglio non svelare il nome degli alleati europei per non preoccupare gli elettori. Ci sono poi le varie crisi che hanno travolto l’Unione – la crisi finanziaria internazionale, quella del debito europeo e quella migratoria – che hanno fatto aumentare la volubilità dei voti. Basti pensare all’ascesa del partito di estrema destra spagnolo Vox, che nel giro di pochi mesi è passato da meno del 5 per cento al 10.

 

Gli elettori non sono più fedeli, hanno innamoramenti fugaci e sono pronti a tradire con rapidità se non ottengono quello che vogliono. Ci sono ancora altri due elementi che renderanno arduo il compito di sondaggisti e analisti: la possibile scomparsa di alcuni gruppi come L’Efdd (Europa della Libertà e della Democrazia Diretta) e Acre (Alleanza dei Conservatori e Riformisti Europei), e la Brexit. Acre e Efdd difficilmente riusciranno a riunire i deputati di almeno sette paesi, il minimo per formare un gruppo, dopo la fuga dei britannici. I deputati, Cinque stelle inclusi, dovranno cercare un’altra casa europea. E poi c’è la Brexit, la grande incognita. Cosa farà il Regno Unito? Quando lascerà l’Ue? Le domande sono tante, le elezioni sono vicine, la politica non è più una scienza esatta e i sondaggisti chiedono scusa in anticipo. 

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