L'emergenza d'America è lo shutdown

Primo discorso di Trump dallo Studio Ovale. Inesattezze, dati esagerati per far salire la paura, colpe degli altri, vittimismo: lo schema è sempre lo stesso (non solo in America)

Paola Peduzzi

Non ha chiesto lo stato d’emergenza, Donald Trump, ma ha detto che sul confine sud degli Stati Uniti è in corso una “crisi umanitaria” e che il muro – o la barriera o chiamatela come vi piace, come ha detto il presidente tempo fadeve essere costruito: servono i 5,7 miliardi di dollari richiesti al Congresso.

  

Inesattezze, colpe sugli altri (i democratici: Nancy Pelosi, speaker della Camera, ha detto: “Il presidente deve smettere di trasformare ogni crisi in emergenza, metta fine allo shutdown piuttosto”), vittimismo: lo schema è sempre uguale, anche nel primo discorso dallo Studio Ovale della presidenza Trump.  

 

Qui c'è il fact checking del Washington Post.

 

In particolare:

  • “la crisi di sicurezza” citata all'inizio del discorso del presidente non esiste: gli ingressi illegali sono al minimo degli ultimi 20 anni;

  • Trump sostiene ci siano “migliaia di immigrati da sud”: la stessa Amministrazione invece parla di centinaia. Da rivedere la portavoce della Casa Bianca, Sarah Sanders, da Chris Wallace di Fox News domenica:

 

  • Secondo Trump il “90 per cento dell’eroina entra da sud”: secondo gli esperti i carichi di droga entrano attraverso ingressi legali ma non vengono trovati. Se anche ci fosse il muro, il problema resterebbe come resta negli altri ingressi degli Stati Uniti.

  

Questo è un punto cruciale della retorica trumpiana: il muro ci rende sicuri, ferma il contrabbando di uomini, terroristi e droga. Ma senza controllo – forze dell’ordine, telecamere, intelligenze – il muro non funziona: i costi dei controlli sono alti e se ci sono le persone a controllare il muro stesso diventa meno rilevante.

  

In sostanza: Trump vuole che il paese si senta sotto attacco, ma le premesse da cui parte sono errate, come spiega Vox. È questo un grande classico del presidente americano e dei leader europei che si ispirano a lui, ma in America sta avendo un effetto amplificato perché nel frattempo i dipendenti pubblici di dieci ministeri non stanno percependo lo stipendio a causa dello shutdown.

  

Qui le risposte dei democratici raccontate dal New York Times, compresa l’espressione “il muro è da Medioevo” e la risposta di Alexandria Ocasio-Cortez, la star democratica che tutto commenta e tutti ispira, che ha una tesi interessante: sono più americani gli stranieri che vogliono entrare che il presidente Trump.

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  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi