Un gruppo di migranti al porto di Augusta (foto LaPresse)

A mani vuote a Salisburgo

Redazione

Il governo fa richieste ma sui migranti il piano non c’è. Storia di un bluff

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, si presenta oggi a mani vuote al vertice informale di Salisburgo, dove i capi di stato e di governo dell’Unione europea discuteranno nuovamente di migranti. Il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, non ha “ricevuto nulla su carta da parte del governo italiano” in vista dell’incontro di oggi e domani in Austria, ha rivelato oggi un alto funzionario europeo. L’estate è trascorsa tra minacce, bracci di ferro, tentativi di ricatti, urla e insulti all’Ue e ai suoi stati membri. L’autunno rischia di iniziare allo stesso modo. “Se non vogliamo un altro caso Diciotti abbiamo bisogno di una risposta europea”, ha detto Conte dopo aver incontrato il cancelliere austriaco, Sebastian Kurz. Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, è stato costretto a far sbarcare i migranti dopo che nessun paese europeo (tranne Irlanda e Albania) ha accettato di farsene carico, ma evidentemente il passo indietro non è bastato. Conte ha ribadito la richiesta di “rivedere quanto prima protocolli operativi” sugli sbarchi delle missioni europee Sophia e Frontex e di “maggiori investimenti” nel nord Africa. Ma la realtà è stata riassunta dall’indiscrezione fatta trapelare dall’alto funzionario europeo: dal 1° giugno, dal governo Conte sono venute parole, parole e parole, ma nessun documento, nemmeno un “non-paper”, per far sapere ai partner qual è la sua proposta concreta per gestire in comune i flussi di migranti. Gli altri stati membri, che insieme alla Commissione si sono scervellati per trovare una soluzione accomodante per l’Italia, hanno scoperto il trucchetto. Al governo italiano “non interessa trovare una soluzione”, ma solo “tenere alta la tensione e mantenere uno stato emergenziale a livello di immaginario collettivo”, ha spiegato al Foglio un diplomatico di un grande paese. Lo stesso messaggio traspare dalla lettera inviata da Tusk ai leader: se alcuni vogliono “usare” i migranti a fini politici, la crisi “rimarrà irrisolvibile”. Risultato: a Salisburgo non ci sarà alcuna svolta sugli sbarchi, né sulla riforma di Dublino. Per contro a Conte verrà trasmesso un messaggio stile “Merde alors” (come ha detto il politico lussemburghese nel video fatto circolare dai salviniani): se l’Italia non vuole cooperare, l’Ue ha questioni più urgenti da risolvere (la Brexit) dei capricci sui migranti.