Narendra Modi e e Donald Trump (foto LaPresse)

Bravo Modi

Redazione

Realpolitik e affari portano il pm indiano in Israele. Un messaggio politico

Narendra Modi atterrerà oggi a Tel Aviv, e sarà la prima volta che un primo ministro indiano andrà in visita di stato in Israele. Un viaggio storico, così come definito dalla maggior parte della stampa israeliana, proprio perché non solo legato al venticinquesimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra le due democrazie. In ballo ci sono miliardi di dollari in accordi sulla Difesa, ma secondo Modi, intervistato l’altro giorno dall’Israel Hayom, l’amicizia tra i due paesi riguarda anche il settore tecnologico, particolarmente sviluppato da entrambi. Ma l’obiettivo reale è quello di “riaprire il dialogo costante con Israele, in un modo che possa migliorare le vite dei cittadini di entrambi i paesi”.

 

  

Il primo ministro indiano nel maggio scorso aveva incontrato il presidente dell’Autorità palestinese Mahmoud Abbas a Nuova Delhi, eppure durante questa tre giorni in medio oriente sembra che non ricambierà la visita a Ramallah. E questo è un altro – l’ennesimo – segnale che l’India di Narendra Modi sta cercando di mandare al mondo, in un periodo particolarmente complicato nei suoi rapporti con il Pakistan e con la Cina: dopo la visita a Washington e l’incontro con il presidente americano Donald Trump, Nuova Delhi sta cercando partner strategici lavorando con pragmatismo politico e su interessi comuni. Eppure la visita in Israele è ancora più importante: è un messaggio politico, anche se non esplicitato, di vicinanza al paese più boicottato del mondo. Ed è anche per questo che, a differenza di molte altre visite di stato, il primo ministro Benjamin Netanyahu accompagnerà Modi per tutti e tre i suoi giorni di visita. Realpolitik, geopolitica e interessi, ma anche buonsenso.

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