Il presidente iraniano Hassan Rohani (foto LaPresse)

Questo Iran piace troppo

Redazione
Rohani incontra Renzi e il Papa a novembre. Astenersi dai trionfi

Ecco s’avanza il grande party dell’appeasement con l’Iran pre-atomico. La festa potrebbe essere magnifica, la location scelta è Roma e il grande officiante nientemeno che Francesco. Mercoledì una fonte diplomatica ha detto a Reuters che il presidente iraniano Hassan Rohani tra meno di un mese sarà in Italia per il suo primo viaggio nell’Unione europea, e incontrerà anche il premier Renzi e il presidente Mattarella. A Teheran c’è un gran viavai di occidentali, soprattutto di manager d’impresa che corrono a sfruttare la fine annunciata delle sanzioni e la riapertura di un paese intero al mercato internazionale. Ma questa è la prima volta che il presidente scelto dalla leadership iraniana per diventare il volto del grande deal con l’occidente arriva in Europa.

 

Rohani in questi anni s’è accreditato come un riformista illuminato, per una di quelle ipersemplificazioni giornalistiche che trasformano una menzogna in senso comune, e anche perché chiunque in confronto al suo predecessore, Mahmoud Ahmadinejad, farebbe la figura dello squisito diplomatico. Rohani ha chiuso con l’occidente un accordo sul nucleare che sembra ogni giorno più problematico – si scoprono decine di punti deboli, a partire dal fatto che in certe occasioni saranno gli iraniani a farsi da soli le ispezioni. Tutto questo non importa. Per Rohani e per tutta la leadership iraniana è arrivato il momento di godere i frutti delle loro trattative spietate a Ginevra e della debolezza americana. Quale migliore esordio sulla scena di una visita ufficiale in Vaticano? Impossibile non vedere sin d’ora che rischia di essere trasformata, per eccesso di benevolenza nazionale e per equivoco storico, in una passerella trionfale. Un riferimento da parte italiana e vaticana a Israele, al suo diritto all’esistenza, potrebbe addolcire la pillola.

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