L'inviato dell'Onu per la Libia Bernardino de León (foto LaPresse)

Sta per scadere il tempo in Libia

Redazione
I due governi fanno crollare l’accordo, è ora di trovare altre soluzioni

Bernardino de León, inviato dell’Onu per la Libia, si era spinto fino a elencare i nomi del governo di unità nazionale due settimane fa, quando trionfante annunciò che l’accordo tra i due governi libici, quello sostenuto dalla comunità internazionale di Tobruk e quello islamista di Tripoli, era stato raggiunto dopo un anno di negoziati sfibranti. Come tutti gli analisti avevano predetto, quell’accordo è già saltato. Entrambi i governi lo hanno ripudiato lunedì, e l’incompatibilità, ormai, va molto oltre gli emendamenti sgraditi dell’accordo denunciati dai comunicati ufficiali. La comunità internazionale da mesi è appesa ai negoziati gestiti da León.

 

La creazione di un interlocutore unico in Libia è stata fino a oggi la condizione necessaria per un intervento di stabilizzazione del paese, ma dopo un anno di negoziati inconcludenti l’occidente sta facendo i conti con la possibilità che il “Governo di Accordo Nazionale” libico, auspicato anche dall’Alto rappresentante dell’Ue per gli Affari esteri Federica Mogherini, non veda presto la luce, e che per la Libia siano necessarie altre strade. Martedì un jet di nazionalità non identificata ha bombardato Sirte, la capitale dello Stato islamico nel paese, e questo sarebbe una mossa inusuale per le varie forze attualmente in campo in Libia. Lunedì inoltre è iniziata la più grande esercitazione militare della Nato nel Mediterraneo dai tempi della Guerra fredda. Fa base a Trapani, comprende 36 mila soldati, 150 velivoli e 60 navi e la gran parte delle manovre militari si svolgerà davanti alle coste libiche. E’ un evento programmato che potrebbe trasformarsi in un segnale del fatto che la risposta all’emergenza non può più farsi bloccare dalle lungaggini dei due governi libici.