Evo Morales con Peter Brennan (foto LaPresse)

Dopo Cuba tocca alla Bolivia. L'America riallaccia i rapporti diplomatici anche con Morales

Maurizio Stefanini
“Stiamo qui per riprendere le buone relazioni con il governo americano”, ha detto il presidente boliviano ricordando che l’iniziativa è stata presa da dalla Casa Bianca.

Ricevendo il responsabile capo americano degli Affari esteri in Bolivia, Peter Brennan, il presidente Evo Morales ha annunciato l’intenzione di riprendere al più presto i rapporti diplomatici con Washington, interrotte nel 2008. “Stiamo qui per riprendere le buone relazioni con il governo americano”, ha detto ricordando che l’iniziativa è stata presa da dalla Casa Bianca e spiegando come in passato dall’America gli era stato chiesto di interrompere le relazioni con Cuba e Iran: due Paesi con cui Obama è ora in  fase di normalizzazione.

 

Per la gran parte dei media sudamericani questa apertura da parte di Morales è effetto del “disgelo cubano”. Secondo gli analisti più avveduti invece, a monte del riavvicinamento ci sarebbe piuttosto il bisogno della Bolivia di concentrarsi sul litigio col Cile, per l’annosa rivendicazione dello sbocco al mare perso con la ottocentesca Guerra del Pacifico. Qualcuno pensa anche che con i buoni dati economici della Bolivia e del suo ministro dell’Economia Luis Alberto Arce Catacora, ormai riconosciuti anche dal Fondo Monetario Internazionale, il litigio con gli Stati Uniti sia comunque per il populista di mercato Evo Morales un anacronismo.  

 

Al di là delle analisi, va segnato come questo è stato il primo incontro dal 2008 tra il presidente boliviano e un delegato americano, ossia da quando l’ambasciatore era stato espulso con l’accusa di intromettersi negli affari interni per i suoi contatti con l’opposizione. E questo nonostante i tentativi di Washington di normalizzare la situazione. Tentativi andati a vuoto per volontà di Morales che si voleva accreditare come campione dell’antiamericanismo. Ma ora che la sua popolarità si è stabilizzata ed è stata confermata anche durante la visita del Papa, si sarebbe convinto che non ha più bisogno di attaccare continuamente i “gringos” per piacere.

 

E poi c’è l’accordo firmato nel 2012 dai due ministri degli Esteri, che è ancora valido e che Brennan afferma che presto sarà portato a compimento. Secondo una linea di tipo “funzionalista” che al Foglio è stata spiegata dal consigliere di Kerry per l’America Latina Thomas Shannon, Morales e Brennan hanno convenuto nell’iniziare a lavorare sui temi di interesse comune, ossia “l’avvicinamento commerciale e la conservazione dell’ambiente”, ha specificato Brennan. Alla fine del processo si arriverà al nuovo scambio degli ambasciatori, sebbene una data non sia stata ancora fissata. Certo: a questo punto è possibile che qualche ostacolo possa venire invece proprio dal Congresso di Washington, dove la maggioranza repubblicana potrebbe estendere alla normalizzazione con la Bolivia, l’ostruzionismo già esercitato verso la normalizzazione con Cuba e Iran. 

Di più su questi argomenti: