Editoriali
La Nato non abbaia, bravo Pombeni
Il direttore del Mulino smonta, con toni liberali, un articolo fuorviante di Francesco Bascone, ex ambasciatore in Yugoslavia e Cipro
Il Mulino di Bologna, associazione, rivista e vivace attività online, è un presidio di cultura liberale, dove per “liberale” si intende per prima cosa la libertà di parola e di dibattito nei modi civili e rispettosi. Ma essere liberali non significa che tutto ciò che viene detto sia accettabile, e passare non giudicato, se è criticabile: la distinzione delle idee è un altro dei capisaldi del pensiero liberale. Principio cui il direttore della rivista, lo storico Paolo Pombeni, mostra di ispirarsi. Una riprova è venuta da uno scambio di opinioni nei giorni scorsi. Francesco Bascone, ex ambasciatore in Yugoslavia e Cipro e docente di Relazioni internazionali ha scritto una analisi del “disastro ucraino” fortemente sbilanciata sulle presunte responsabilità occidentali. “Premesso che l’aggressione… ha rappresentato una scandalosa violazione del diritto internazionale”, scrive con una excusatio retorica purtroppo già molto ascoltata, e spiega che “è difficile negare che l’Occidente abbia costantemente alimentato… il desiderio di rivalsa della Russia”. Di lì una serie di argomentazioni che sommandosi finiscono per minimizzare le responsabilità russe e amplificare le colpe occidentali.
Pombeni ha pubblicato una “Replica sul disastro ucraino” misurata ma affilata nello smontare, da storico, le affermazioni del diplomatico. A partire dalla notazione che “come nel 1938, anche nel caso dell’Ucraina l’attaccante è un autocrate” e la “pretesa di salvaguardare popolazioni storicamente e culturalmente appartenenti alla sfera dell’aggressore” con l’invasione è inaccettabile. Ricorda Pombeni che gli Stati Uniti hanno puntato su un “empire by invitation” radicalmente diverso da una “inaccettabile guerra di distruzione”. In secondo luogo è “molto pericoloso accettare, come pretende di affermare il Cremlino, che la Nato sia una alleanza con scopo aggressivo”. Certo, conclude Pombeni, è auspicabile una “stabilizzazione dei rapporti”. Ma, nel pensiero liberale, è auspicabile anche il rispetto dei fatti storici.
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