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Pyongyang minaccia ancora e fa crescere le tensioni nel Pacifico

Redazione

Ieri l’ennesimo lancio di un missile balistico intercontinentale con la protezione di Russia e Cina

La Corea del nord ieri mattina ha sparato un missile balistico intercontinentale (Icbm), il primo da cinque mesi, soltanto dieci ore dopo aver lanciato un missile balistico a corto raggio verso il Mar del Giappone. Il missile ha volato per più di 70 minuti e lungo mille chilometri, con un’altitudine massima di seimila chilometri, cadendo poi nel Mar del Giappone. Con una capacità simile, quel missile avrebbe potuto colpire il territorio americano in qualunque punto. Le Nazioni Unite proibiscono alla Corea del nord test e lanci di armi di quel tipo, ma nonostante ciò, il regime di Pyongyang è arrivato al suo tredicesimo lancio di missili intercontinentali in meno di due anni.

Corea del sud, America, Giappone ieri hanno condannato ufficialmente la provocazione nordcoreana, ma le azioni belligeranti da parte di Pyongyang stanno aumentando rapidamente la tensione nel Pacifico. Ciò che è cambiato, rispetto alle stesse azioni condotte dal regime prima del periodo della pandemia, è la protezione politica di cui gode il regime in questo periodo. Ieri proprio mentre la Corea del nord lanciava il suo missile, il viceministro degli Esteri della Repubblica popolare di Corea, Pak Myong Ho, è stato ricevuto a Pechino dal ministro degli Esteri cinese Wang Yi, e i due hanno parlato di amicizia, di collaborazione sul lungo periodo. Il ministero di Pechino ha poi commentato il lancio nordcoreano usando il solito canovaccio della “complessità” della situazione nella penisola, aggravata dalla strategia di “deterrenza e pressione” – cioè quella occidentale contro il regime. La Corea del nord è diventato il principale fornitore di munizioni della Russia nella sua guerra d’invasione dell’Ucraina, e la visita di ieri dimostra ancora una volta anche il rapporto politico privilegiato con Pechino. Che lungi dall’essere la grande potenza che promuove pace e stabilità, continua a usare le tensioni globali a suo vantaggio. 

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