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Editoriali

Buone intenzioni sul nucleare. Ma Meloni può fare di più

Redazione

Un quadro giuridico ad hoc serve, ed è ora. Ma l'impegno non può limitarsi a compiere atti formali, pur fondamentali

Durante il G7 di Torino, il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ha ribadito che l’obiettivo di questa legislatura sarà costruire un quadro giuridico per il nucleare. Contemporaneamente, sembra che l’esecutivo voglia includere l’atomo nella revisione del Pniec, il Piano nazionale integrato energia e clima, che va rivisto sulla base delle osservazioni della Commissione europea e che deve tracciare la strada verso la riduzione delle emissioni del 55 per cento entro il 2030 e la neutralità carbonica nel 2050.

Finalmente, il governo sembra quindi avere imboccato la strada giusta: da un lato mettendo in primo piano l’elaborazione delle regole (con uno specifico incarico a Giovanni Guzzetta), dall’altro riconoscendo al nucleare, quanto meno come opzione, un ruolo nel piano strategico per la decarbonizzazione, come il Foglio aveva suggerito esattamente un anno fa (11 maggio 2023). La strada verso il nucleare, però, non può limitarsi a compiere atti formali, pur fondamentali. E’ ugualmente necessario mobilitare le imprese, le professionalità e l’opinione pubblica per ricostruire un consenso di cui si intravvedono i germogli ma che deve ancora consolidarsi. Per questo è importante sottrarsi, in questa fase, alle disfide tra i fautori delle singole tecnologie e concentrarsi sugli elementi fondativi di quella che potrebbe essere una svolta cruciale.

Inoltre, come enfatizza un documento appena pubblicato dalla Fondazione Minima Moralia presieduta da Fabrizio Pagani, la riflessione sul nucleare va inserita in un orizzonte europeo: l’atomo è incompatibile con le pulsioni sovraniste e richiede una grande propensione alla cooperazione sulla ricerca, sulle tecnologie, sulla sicurezza, sulle norme e sull’integrazione dei mercati. E’ un percorso lungo e complesso, che richiede di formare professionalità ad hoc dentro e fuori la Pubblica amministrazione. Se  Meloni vuole lasciare un segno duraturo, questa è una sfida con cui deve misurarsi nel nome della serietà e dei piccoli passi, prima e più che dei grandi annunci.

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