nel pacifico

Pyongyang fa un lancio missilistico mai visto prima e rifornisce Putin di munizioni

Priscilla Ruggiero

Il recordo di missili balistici lanciati dalla Corea del nord vicino al confine con Seul in un solo giorno è la risposta alla "provocazione aggressiva" dell'alleanza a guida americana nel Pacifico. E Cina e Russia esortano alla "distensione" (mentre contrabbandano armi)

Il lancio missilistico della Corea del nord di ieri mattina è il 29esimo dell’anno e con il maggior numero di missili a corto raggio lanciati in un solo giorno – almeno 23, secondo l’esercito della Corea del sud. Sette missili balistici e altri 16 missili, inclusi sei terra-aria. Uno dei missili balistici ha attraversato il confine marittimo conteso tra le due Coree ed è atterrato a circa 26 chilometri a sud del confine, meno di 60 chilometri dalla città sudcoreana di Sokcho: nonostante sia atterrato al di fuori delle acque territoriali di Seul, è il punto più vicino dove un missile nordcoreano sia mai arrivato. Le autorità sudcoreane l’hanno definita una violazione “inaccettabile” del proprio territorio, con il presidente Yoon Suk-yeol che ha denunciato “un’invasione territoriale”, mentre Pyongyang la considera una reazione legittima all’alleanza a guida americana nel Pacifico.

 

Lunedì gli Stati Uniti e la Corea del sud avevano iniziato delle esercitazioni militati congiunte su larga scala con il nome di “Vigilant storm”, e martedì la leadership di Kim Jong Un le aveva definite una “provocazione aggressiva” minacciando nella notte prima del lancio un “incidente scioccante” e di far pagare “il prezzo più terrificante della storia” agli alleati se avessero continuato le esercitazioni Vigilant storm e attaccato la Corea del nord. Sembrava essere una velata minaccia all’attesissimo settimo test nucleare. Pyongyang nel pomeriggio ha poi sparato un centinaio di proiettili di artiglieria nel mar del Giappone, scatenando le reazioni del primo ministro Fumio Kishida: “La Corea del nord sta lanciando missili con una frequenza senza precedenti”, ha detto ieri, appellandosi alla richiesta di tenere al più presto una riunione del Consiglio di sicurezza nazionale a causa delle crescenti tensioni nella penisola coreana. Seul ha risposto lanciando tre missili terra-aria da aerei da caccia F-15K e KF-16.

 

Le reazioni di Russia e Cina sono state molto simili: entrambe hanno esortato Pyongyang e Seul alla “distensione”: “E’ nell’interesse comune della regione mantenere la pace e la stabilità nella penisola e risolvere le reciproche preoccupazioni in modo equilibrato attraverso il dialogo e la consultazione”, ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri cinese Zhao Lijian, aggiungendo che la Cina spera che tutte le parti interessate lavoreranno per un “insediamento” e per prevenire una “spirale di escalation della situazione”. Anche il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha esortato la Corea del nord e la Corea del sud a evitare misure che “potrebbero provocare un ulteriore aumento della tensione”: “La situazione è già molto tesa nella penisola ed esortiamo tutti a mantenere la calma e a evitare passi che potrebbero provocare una ulteriore escalation”, ha detto Peskov.

 

Eppure da quando è iniziata la guerra in Ucraina, Mosca e Pechino hanno riaperto canali informali di comunicazione e anche di commercio con la Corea del nord, ergendosi a “protettori” del paese e viceversa; ieri, dopo il lancio missilistico, John Kirby, il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, ha affermato in una conferenza stampa di avere informazioni sul fatto che la Corea del nord stia fornendo di nascosto alla Russia un numero “significativo” di proiettili di artiglieria per la guerra in Ucraina, “mentre offusca la vera destinazione delle spedizioni di armi cercando di far sembrare che vengano inviate in paesi del medio oriente o del nord Africa”. L’Amministrazione Biden ha precisato che questi rifornimenti non hanno cambiato il corso della guerra, ma sono un segno “non solo del grado in cui la Corea del nord sia disposta a continuare a sostenere la Russia, ma anche degli articoli di difesa, delle carenze e dei bisogni della Russia”. Il Moscow Times, sempre nella giornata di ieri, ha dato la notizia del fatto che la Corea del nord e la Russia hanno ripreso il commercio ferroviario transfrontaliero, dopo una pausa di due anni a causa delle restrizioni da Covid. Soltanto una settimana fa i funzionari doganali russi avevano denunciato le sanzioni delle Nazioni Unite contro la Corea del nord.