Xi Jinping e Vladimir Putin (Ansa)

editoriali

La Cina, come la Russia, interferisce nelle elezioni di paesi democratici

Redazione

Il fatto che volesse influenzare il voto in Canada è solo la punta dell’iceberg. Intanto Trudeau è stato costretto ad aprire una commissione d’inchiesta

Siamo abituati a parlare delle interferenze russe nelle elezioni di paesi democratici, ma il dibattito pubblico che si è aperto da qualche settimana in Canada sta cambiando la nostra prospettiva. Un mese fa il Globe and Mail ha rivelato una serie di indagini condotte dall’intelligence canadese che confermano un sospetto che circolava da tempo: la Repubblica popolare cinese ha cercato di interferire nelle elezioni sia federali del 2019 sia nel 2021, perché preferiva i conservatori, e non i liberali, affinché il governo non avesse un approccio troppo duro con Pechino. In realtà, sappiamo che neanche i liberali hanno più un atteggiamento tenero con la Cina. Ma la questione è diventata comunque un problema per il primo ministro Justin Trudeau, che è stato costretto ad aprire una commissione d’inchiesta per investigare se le interferenze abbiano avuto qualche effetto.

 

Durante il G20 di Bali Trudeau era stato umiliato pubblicamente dal presidente cinese Xi Jinping, che lo aveva rimproverato di parlare troppo con la stampa. Il rapporto dell’opinione pubblica e della politica canadese è cambiato radicalmente proprio alla fine del 2018, con l’arresto – o per meglio dire: il sequestro – dei due cittadini canadesi Michael Spavor e Michael Kovrig come ritorsione per il fermo della direttrice finanziaria di Huawei Meng Wanzhou. Quell’episodio, che si è risolto solo con uno “scambio di prigionieri”, come l’ha definito la stampa canadese, nel settembre del 2021, ha scosso l’opinione pubblica e cambiato per sempre le relazioni tra Ottawa e Pechino. E’ già successo a paesi come la Lituania o l’Australia: i rapporti con la Cina cambiano, e la politica di ogni schieramento alza delle linee rosse invalicabili, ogni volta che Pechino colpisce duramente contro l’economia, la sicurezza nazionale e quella dei cittadini di paesi che all’improvviso non si piegano ai suoi ricatti. Forse dobbiamo passarci anche noi, prima di capire quanto sia importante quel perimetro di sicurezza.  

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