Editoriali
L'Unione europea riapre ai Balcani, finalmente
La guerra di Putin ha cambiato tutto. Il passo di Albania e Macedonia del nord è stato definito "storico" dalla Commissione, che verso questi paesi ha responsabilità enormi
Albania e Macedonia del nord hanno finalmente fatto un vero passo in avanti sulla strada per entrare nell’Unione europea. L’aggettivo “storico” è stato usato dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, così come dai due primi ministri, Edi Rama e Dimitar Kovacevski, per qualificare la conferenza intergovernativa che a Bruxelles ha avviato formalmente i negoziati di adesione dei due paesi. “I Balcani occidentali sono di fondamentale importanza geostrategica per l’Ue”, ha spiegato l’Alto rappresentante, Josep Borrell. Con la guerra della Russia contro l’Ucraina, questa frase ha assunto un nuovo significato, che va oltre la retorica che aveva accompagnato il processo di allargamento ai Balcani negli scorsi anni. Vladimir Putin ha fatto riscoprire all’Ue l’importanza della regione per gli europei e la necessità di non lasciare campo libero ad attori malevoli, come la Russia e la Cina.
Anche la scelta di concedere lo status di candidato all’Ucraina ha spinto i ventisette a far ripartire la politica di allargamento nei Balcani. Ora, però, la priorità deve essere di non farla ricadere nel “business as usual”, quella della tecnocrazia e dei negoziati infiniti, che frustra i leader della regione e scoraggia i processi delle riforme. L’Ue ha una responsabilità enorme per i ritardi accumulati con i Balcani occidentali. Sono passati quattro anni da quando la Commissione ha raccomandato l’apertura di negoziati con l’Albania scontrandosi con l’ostilità di paesi come l’Austria, la Germania o la Francia. Negli ultimi due anni la Bulgaria ha preso in ostaggio l’allargamento per un conflitto storico e identitario con la Macedonia del nord usato a fini di politica interna. La Bosnia-Erzegovina non è ancora un paese candidato ed è in preda alla destabilizzazione di Mosca. La Serbia è diventata terra di influenza della Russia. Questo deve essere il momento di accelerare sui Balcani occidentali, perché senza di loro l’Ue non sarà completa.