Mario Draghi (LaPresse)

Editoriali

Draghi, l'Italia e la Russia

Redazione

Il Finacial times segnala la svolta in politica estera, ma nel paese ritornano le ambiguità

Qualcosa è cambiato. Il Financial Times scrive che “l’avversione per la guerra in Ucraina pone fine alla storica amicizia di Roma con Mosca”, una sentenza che non lascia dubbi sulla collocazione del paese. Un tono ben diverso dai titoli che trattano i tormenti della Germania e la posizione ondivaga del cancelliere Olaf Scholz. Il protagonista della storia è il premier Mario Draghi, ha scelto la linea dura con la Russia facendo adeguare anche le aziende italiane. Quanto questo cambiamento sia stato radicale e quanto sia cambiata la percezione del ruolo dell’Italia, è evidente dal fatto che solo pochi giorni prima dell’invasione dell’Ucraina, il 21 febbraio, lo stesso Draghi veniva descritto in un editoriale del Wall Street Journal come uno dei leader più titubanti, criticato per la posizione italiana che escludeva sanzioni all’energia in caso di attacco.

 

Ma dopo il 24 febbraio l’Italia – anche se non subito – si è schierata con gli Stati Uniti e gli alleati, con Draghi che ha contribuito personalmente a escogitare le durissime sanzioni alla Banca centrale russa congelandone le riserve all’estero. Tuttavia, bisogna capire se durerà. Draghi sta tenendo l’Italia lontana da polemiche e sospetti, ma non si può dire lo stesso della maggioranza. Matteo Salvini ha trovato il modo di essere ancora putiniano attraverso una linea “pacifista”, riavvicinandosi a Giuseppe Conte che sostiene la linea della legittimità della difesa ma senza armi offensive e senza contrattaccare. Il Pd di Enrico Letta è compatto nell’atlantismo, ma è lecito dubitare che la linea sarebbe stata così netta se al governo ci fosse stato ancora il “progressista” Conte anziché Draghi. Quanto all’opinione pubblica, l’indignazione sta cedendo il passo alla paura e a un malinteso desiderio di “normalità”, coltivando l’illusione che una capitolazione dell’Ucraina o un losco accordo di pace con Putin possano riportare indietro le lancette della storia e in basso il prezzo del gas. Fra dieci mesi si vota e la collocazione dell’Italia rischia di tornare pericolosamente incerta.

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