EDITORIALI
Una strategia per la sicurezza sul lavoro
Più di mille morti bianche in 10 mesi. Serve un intervento sistemico
Gli incidenti sul lavoro sono assai numerosi, più di 400 mila quelli denunciati nei primi dieci mesi dell’anno, e di questi circa più di mille sono stati mortali. Tutte le massime autorità politiche hanno denunciato come inaccettabile la situazione e spesso l’informazione ne dà conto con lodevole costanza. La deprecazione generale però non basta se non produce interventi, che per essere efficaci debbono tener conto del carattere specifico degli incidenti, per identificarne le cause, che sono assai diversificate. Ci sono gli incidenti nelle strutture produttive fisse, dove è possibile intervenire per far rispettare le normative antinfortunistiche. Qui qualche modesto risultato è stato ottenuto, visto che c’è un calo dei casi mortali del 5 per cento. Se si considera che nelle statistiche dell’Inail nel comparto industria e servizi è compresa anche l’edilizia, nella quale invece c’è un’intensificazione degli incidenti, si può dedurre che per gli altri comparti la riduzione sia anche più consistente.
I settori su cui sarebbe necessario intervenire in modo più deciso sono, appunto, l’edilizia e l’agricoltura, dove però è più difficile esercitare un controllo efficace. La forte ripresa delle costruzioni, stimolata dai sostegni pubblici alle ristrutturazioni, comporta una disseminazione di interventi relativamente piccoli per i quali si ricorre spesso a imprese minori o a subappalti. Inoltre c’è fretta, perché i bonus hanno scadenze ravvicinate e questo spesso porta a trascurare la sicurezza. In agricoltura, invece, la maggior parte degli incidenti riguarda contadini che lavorano da soli, con mezzi talora inadeguati, e qui si dovrebbe agire soprattutto sulla consapevolezza individuale dei pericoli e su controlli dell’efficienza dei trattori e di altri strumenti dal punto di vista della sicurezza. Si tratta di esempi, non di un’analisi del fenomeno, ma bastano a far capire che combattere gli incidenti sul lavoro richiede una strategia articolata, che le proteste e le denunce sacrosante possono stimolare, ma che va messa in campo dalle istituzioni in modo sistematico.