EDITORIALI

I feticci del M5s si sgretolano tutti

Redazione

Addio gilet gialli, sì alla stretta vaccinale e al 2 per mille ai partiti. Ciao balle

Il trattato del Quirinale con la Francia, l’estensione del green pass, il 2 per mille ai partiti. Tre eventi di questi giorni, completamente sconnessi tra di loro, ma che se uniti disegnano la parabola dell’evoluzione del M5s.

 

Il Trattato di cooperazione rafforzata con la Francia è un successo politico e diplomatico di questo governo, a cui ha certamente dato un contributo il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Fa una certa impressione vederlo alla cerimonia di fronte a Macron e insieme al ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian: solo un paio di anni fa Di Maio, all’epoca vicepremier, si recò in missione politico-diplomatica a Parigi, insieme ad Alessandro Di Battista e all’attuale vicepresidente del Parlamento europeo Fabio Massimo Castaldo, per incontrare i leader della fazione più estremista dei gilet gialli. Ora Di Maio, dopo essersi presentato con un programma anti Nato e filorusso e dopo essere stato promotore della politica filocinese del governo Conte, è diventato convinto atlantista ed europeista.

 

Stessa cosa per i vaccini. Il M5s è stato per anni il più grande megafono dei No vax e si è battuto contro la legge Lorenzin sull’obbligo vaccinale, mentre ora non esita a promuovere il vaccino contro il Covid e a estendere gli obblighi sempre più stringenti sul green pass.

 

Infine il via libera dei parlamentari grillini al “2 per mille”, cioè al finanziamento dei partiti, perché la cassa piange. Crolla così un totem grillino. Il M5s si era ferocemente opposto alla legge sul 2 per mille perché contrario al finanziamento pubblico, e l’ha sempre rifiutato non solo perché il movimento non era come gli altri partiti ma perché non era un partito (“non siamo un partito, non siamo una casta, siamo cittadini punto e basta!”). Anche questa presunta diversità si sbriciola, insieme alla sua neolingua, sotto la pressione della realtà. L’evoluzione grillina è tutto sommato una notizia positiva, che andrebbe rivendicata: se il M5s volesse restare fedele quantomeno al valore dell’“onestà”, dovrebbe dire agli italiani: vi abbiamo detto un sacco di sciocchezze.