La zona di confine tra Polonia e BIelorussia (LaPresse)

EDITORIALI

La terra di nessuno al confine bielorusso

Redazione

Quattro migranti sono morti di freddo e la Commissione resta a guardare

Quattro persone sono morte di freddo nella “no man’s land” che il governo nazionalista di Varsavia ha deciso di instaurare al confine con la Bielorussia per “proteggersi” dai migranti che Aljaksandr Lukashenka sta utilizzando come arma politica contro Polonia, Lettonia e Lituania in rappresaglia alle sanzioni dell’Unione europea. Tre uomini e una donna sono deceduti per ipotermia e stanchezza dopo essere rimasti bloccati per giorni, con altre decine di migranti, in un pezzetto di terra da cui non riescono più a uscire. Sia la Polonia sia la Bielorussia rifiutano l’ingresso e, quando qualcuno riesce a superare il filo spinato, viene riportato nella terra di nessuno. Il governo nazionalista del partito Diritto e giustizia (PiS) ha imposto lo stato di emergenza nella zona, vietando l’accesso alle organizzazioni non governative e ai giornalisti.

 

L’ong Ocalenie ha detto di essere in contatto telefonico con trenta afghani bloccati nella zona di frontiera di Usnarz Górny da quaranta giorni in condizioni “drammatiche”. L’Unhcr e l’Oim hanno pubblicato un comunicato di condanna, ricordando che la situazione è destinata a peggiorare con l’arrivo dell’inverno. “Se gli stati hanno il diritto sovrano di gestire le loro frontiere, questo non è incompatibile con il rispetto dei diritti umani, incluso il diritto di chiedere asilo. I respingimenti mettono in pericolo vite e sono illegali secondo il diritto internazionale”. La Commissione europea ha invece scelto di fare lo struzzo. La commissaria Ylva Johansson si è detta “dispiaciuta” per i decessi, ha annunciato una visita a Varsavia, ma ha rifiutato di condannare la Polonia o anche solo di parlare di respingimenti. Restare a guardare mentre un governo europeo lascia morire delle persone in una foresta (vale anche per il Mediterraneo) non è solo disumano: è un sintomo di debolezza che incoraggerà Lukashenka e altri autocrati a usare i migranti contro l’Ue.

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