Palazzo Chigi (Ansa)

Editoriali

Fondi nuovi, enti locali vecchi

Redazione

La gestione sul territorio dei soldi europei richiede ulteriori aggiustamenti 

Si comincia a usare i fondi del Piano di ripresa e già si vedono i primi effetti sul modo di operare dei centri di spesa e sulla progettualità. I primi 25 miliardi sono disponibili. C’è un sistema di controllo centralizzato, in un gruppo ristretto all’interno del governo, per le assegnazioni. Ma l’utilizzo delle risorse e la gestione dei lavori sono affidati alla tradizionale rete degli enti locali e alle grandi aziende statali. Queste ultime hanno competenze ed esperienza per trasformare i finanziamenti in investimenti, secondo un mandato politico. La principale sarà Ferrovie. Rfi ha un rapporto forte e solido con i territori in cui lavora e riesce a portare a compimento le fasi di negoziazione e autorizzazione per grandi opere in tempi minori rispetto agli altri grandi appaltatori. All’estremo opposto ci sono gli enti locali, con speciali difficoltà per i piccoli comuni e per quelli in condizioni di dissesto finanziario.

 

Nel Mezzogiorno sono un numero rilevante e, se non si fosse provveduto, in gran fretta, a modificare alcune deroghe, sarebbero diventati il vicolo cieco degli investimenti del piano. Non si può dire che tutto sia risolto, ma con la possibilità di assumere tecnici, in deroga al divieto vigente per i comuni in dissesto, si dà la possibilità di scrivere e seguire i progetti finanziati dal fondo per la ripresa. E di deroghe ne sono state stabilite anche altre, riguardo alla gestione dei bilanci e ai poteri interdittivi dei tribunali amministrativi. L’effetto è quello di una nuova regolamentazione della spesa pubblica locale da cui potrebbero derivare anche benefici stabili. Certo è che non se ne potrebbe fare a meno. L’esperienza dell’uso dei fondi europei, quelli che esistono da anni e che sono prevalentemente destinati al Mezzogiorno è sconfortante. Pensare di avviare parte dei fondi in arrivo affidandosi a quelle stesse capacità e lungo quelle stesse strade sarebbe stata una follia. A Palazzo Chigi lo sanno bene, ma sanno anche che sono state necessarie grandi corse per provare ad adeguare il sistema degli enti locali alle nuove necessità e che ulteriori aggiustamenti verranno richiesti.

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