Vito Pertosa - foto Ansa

L'intervista

Vito Pertosa ci dice perché stabilizzare l'Italia con le riforme è una priorità

Giuseppe De Filippi

"Per noi imprenditori è una condizione necessaria per orientarsi e prendere decisioni, per crescere e migliorare le proprie opportunità. Non capisco come si faccia ad accettare la costosissima instabilità politica che ci tormenta da decenni”, dice al Foglio l'imprenditore

Con la sua azienda, i suoi tecnici, con coraggio e competenza, Vito Pertosa, con la sua Angel group, è riuscito a dare stabilità al primo (e poi ne seguiranno altri) satellite prodotto nei suoi stabilimenti in Italia e messo in orbita da space X. L’impresa ingegneristica ed economica era più che complicata, avrebbe scoraggiato quasi chiunque. E ora, anche forte di un risultato del genere, Pertosa si cimenta, da normale cittadino, con il sogno di una stabilizzazione addirittura più ambiziosa, quella del potere, dei governi, in Italia. “Per noi imprenditori e credo per tutta la società – dice al Foglio – è una condizione necessaria per poter programmare, realizzare, per orientarsi e prendere decisioni, per crescere e migliorare le proprie opportunità. Non capisco come si faccia ad accettare la micidiale e costosissima instabilità politica che ci tormenta da decenni”. I satelliti posizionati in orbita bassa sono abbastanza piccoli, pesano meno di un quintale, ma fanno tantissime cose, guardano la Terra, comunicano, rilevano dati, interagiscono con altri loro simili in costellazione, fanno funzionare un paese, si direbbe.
 

“Fate voi, ma trovate una soluzione, mi rivolgo così ai politici interessati alle riforme istituzionali - aggiunge Pertosa - e lo faccio anche sostenendo l’iniziativa dell’associazione Io cambio e il suo manifesto per la stabilità politica e contro i costi dell’instabilità, sul quale convergono anche altri imprenditori ed esponenti della società civile. La mia ricetta, osservando quello che succede nel mondo, è che si associ a forme di premierato e di indicazione diretta del premier da parte degli elettori il metodo del doppio turno, come correzione dei sistemi elettorali in grado di costringere l’offerta politica a concentrarsi, a tagliare fronzoli inutili, a essere concreta, oltre, ovviamente, a consentire l’espressione della volontà degli elettori con un risultato stabile almeno per una legislatura. Un presidente del Consiglio deve avere la possibilità di cambiare un ministro, di avere una squadra di governo di sua piena fiducia”. I satelliti, specialmente nelle orbite basse, più economiche e più efficienti per inviare e ricevere dati, subiscono l’azione continua dell’attrazione gravitazionale terrestre. La loro stabilità è messa in pericolo da una forza che non smette mai di agire su di essi, allontanandoli dall’orbita corretta e, lentamente ma inesorabilmente, destinata a portarli dove non avrebbero più le condizioni per operare, a trascinarli dalla perfezione orbitale al bailamme terrestre, a spostarli da una posizione forte e da un efficiente equilibrio di forze verso il baratro e l’inconcludenza.
 

“La politica – continua Pertosa – dovrebbe darsi regole interne per selezionare meglio la classe dirigente, della cui mancanza ora siamo tutti testimoni. Il doppio turno può avere un ruolo anche per portare al successo i migliori di tutti i campi politici. E anche nella pubblica amministrazione per le posizioni principali servirebbero criteri di selezione più orientati al merito e alla capacità, rompendo il vincolo insensato sulla retribuzione obbligatoriamente inferiore a 240 mila euro lordi annui, a causa del quale lo stato perde la possibilità di avere dirigenti davvero all’altezza di grandi responsabilità, tranne per pochi casi di persone dedite alla causa pubblica quasi come dei santi”. Gli ingegneri delle aziende guidate da Pertosa e dai suoi figli hanno trovato una soluzione spettacolare e geniale, usando anche studi dell’Università di Pisa, per dotare i satelliti di un motore elettrico, alimentato con energia solare, in grado di correggere la rotta e riportarli nella corretta posizione orbitante, contrastando la forza di attrazione terrestre. I team tecnici, dalle sale operative, seguono i movimenti causati da questo piccolo motore e verificano continuamente il recupero, anche per vari chilometri, della giusta distanza dal nostro pianeta.
 

L’agenzia spaziale europea ha certificato il funzionamento del motore prodotto in Italia, unico in Ue, e lo ha abilitato per l’uso su altri satelliti. Un successo clamoroso per l’industria basata a Monopoli, in Puglia, ma con varie sedi in Italia e all’estero. Addentrarsi nelle complessità tecniche del funzionamento di quel piccolo motore in grado di tenere dritta la barra dei satelliti sarebbe impossibile in poche righe e senza fare ricorso a matematica e fisica molto avanzate. Stabilizzare i decisori politici è più facile, o forse no

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