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Quanto è costata alle banche in una sola giornata di Borsa la tassa sugli extraprofitti

Redazione

In una sola seduta gli istituti di credito hanno bruciato circa 9,5 miliardi di euro di capitalizzazione. UniCredit perde circa 2,6 miliardi, Intesa 3,9 miliardi. La misura "riduce la competitività delle nostre banche", dicono gli analisti

Le banche iniziano a pagare sin da oggi il conto per la tassa sugli extraprofitti inserita a sorpresa ieri nel decreto legge Omnibus. Se per gli istituti di credito si parla di un costo che per il 2023 dovrebbe aggirarsi intorno ai 5 miliardi di euro, secondo una stima preliminare dell'agenzia di stampa specializzata Radiocor, l'assegno staccato oggi dai titoli in Borsa è quasi il doppio: i soli istituti di credito sul Ftse Mib hanno bruciato in una seduta circa 9,5 miliardi di euro di capitalizzazione.

La giornata si chiude per Bper Banca a -10,94 per cento, per Mps a -10,83, per FinecoBank a -9,91, per Banco Bpm a -9,09, per Intesa Sanpaolo a -8,67, per Banca Mediolanum a -5,96, per UniCredit a -5,94, per Banca Generali a -3,14 e per Mediobanca a -2,48. In termini di capitalizzazione, la perdita totale è di 9,545 miliardi di euro rispetto a ieri. Sul fronte delle singole banche, il valore di Borsa di Bper si è ridotto circa di 470 milioni, quello di Mps di 378 milioni, quello di Finecobank di 827 milioni, quello di Banco Bpm di 606 milioni, quello di Intesa Sanpaolo di 3,9 miliardi, quello di Banca Mediolanum di 380 milioni, quello di UniCredit di 2,6 miliardi, quello di Banca Generali di 140 milioni e quello di Mediobanca di 235 milioni.

"La reazione è giustificata sulla scia della sorpresa degli investitori sulle decisioni prese dal governo nel recente decreto legge omnibus", commenta a Radiocor Filippo Diodovich, senior market strategist di Ig Italia, che definisce la misura "fortemente negativa per il settore bancario". Per Diodovich, "oltre a influenzare negativamente la redditività delle banche, la misura mette un punto di domanda sulla capacità del nostro settore finanziario (e non solo) di attrarre capitali esteri e riduce la competitività delle nostre banche rispetto ai peer europei. Quali investitori saranno intenzionati a investire nel nostro paese se esiste il rischio di un intervento dello stato così significativo? Inevitabilmente le prospettive sul comparto bancario italiano peggiorano e saranno da valutare nei prossimi giorni gli effetti della manovra governativa sulla liquidità degli istituti bancari".

Secondo i calcoli di Radiocor, per i primi sei istituti di credito di Piazza Affari si prospetta un salasso da 2,47 miliardi solo sui conti del primo semestre 2023, cifra che scenderebbe a 1,55 miliardi se per Intesa Sanpaolo e UniCredit si considerassero soltanto i numeri delle attività commerciali italiane. Numeri che torna anche nei calcoli degli analisti di Jefferies, che stimano un impatto cumulato della tassa sugli extra profitti sulle principali banche italiane di 4,9 miliardi. Gli analisti sottolineano che l'esecutivo "potrebbe ammorbidire la versione finale della legge, che deve ancora passare dall'approvazione parlamentare". Anche Intermonte si aspetta modifiche all'attuale bozza, che "appare eccessivamente penalizzante" e parla di un "impatto significativo sull'utile per azione 2023". Restano le incognite, quindi, ma in Borsa, intanto, le banche hanno iniziato a pagare: solo per le 6 big la capitalizzazione bruciata è di circa 8,2 miliardi.

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