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La lettera

Ecco che cosa può fare Meloni sulle licenze

Isabella De Monte

Tempo di sfidare corporazioni e status quo. Va salvaguardata la libera concorrenza tra operatori, i servizi di mobilità per il cittadino, la trasparenza e i diritti dei consumatori sulle rendite di posizione di alcune categorie

La Corte di giustizia dell’Unione europea si è recentemente espressa sentenziando che la limitazione delle licenze di servizi di noleggio con conducente (NCC) “non risulta idonea a garantire la realizzazione degli obiettivi di corretta gestione del trasporto, del traffico e dello spazio pubblico, nonché di protezione dell’ambiente”. Per la prima volta si estrinseca un principio basilare dell’ordinamento Ue, secondo il quale la libera concorrenza tra operatori, i servizi di mobilità per il cittadino, la trasparenza e i diritti dei consumatori prevalgono sulle rendite di posizione di alcune categorie. La sentenza della Corte e i principi generali, che hanno valenza immediata e generale e prevalgono sulle normative nazionali e locali, sono uno stimolo di riflessione anche in relazione all’innegabile necessità di riforma del settore nel nostro paese, dove il trasporto pubblico non di linea è normato dalla legge quadro dei primi anni Novanta. Nonostante la Corte nel 2020 abbia ritenuto illegittimo uno dei punti cardine della normativa, l’obbligo in capo agli operatori NCC di iniziare e terminare ogni singolo servizio presso le rimesse, per cercare di rispondere alle esigenze dei propri territori in risposta all’immobilismo centrale, gli enti locali continuano a legiferare in maniera eterogenea e spesso contra legem. L’esito di questa disomogenea e disorganica normativa di settore ha solo prodotto cause penali e amministrative davanti a tutti i tribunali d’Italia, uno scenario poco chiaro per gli operatori e bassa qualità di servizi per i cittadini, con danni d’immagine e inefficienza complessiva. Questo scenario regolamentare sta strozzando il mercato del trasporto non di linea, precludendo importanti possibilità di lavoro e limitando le opportunità di movimento dei cittadini: si stima che una riforma complessiva, come quella potenziale voluta dal governo Draghi, avrebbe portato un valore aggiunto di circa 2,5 volte l’attuale peso del segmento taxi-ncc, nell’ordine dei miliardi di euro. Occorre far crescere quindi il mercato per tutti, non privilegiando l’una o l’altra parte, ma mettendo al centro il bene pubblico (mobilità pubblica efficiente e sostenibile) e i cittadini. Giorgia Meloni, nel suo discorso alla Camera, ebbe a dire “Il nostro motto sarà ‘non disturbare chi vuole fare’”. E' ora di dimostrarlo.

Isabella De Monte, deputata Azione