La luce del mattino sull'impianto di approdo del gasdotto Nord Stream 1 a Lubmin, in Germania (Foto AP/Markus Schreiber, File)

Editoriali

Le ragioni del calo del prezzo del gas

Redazione

Meteo, stoccaggi, consumi, Gnl e Norvegia: quali sono i fattori che riducono la bolletta

Negli ultimi giorni il prezzo del gas continua a scendere. Sul Ttf, la borsa di Amsterdam, è arrivato a 114 euro a megawattora. Al di là delle oscillazioni di giornata, c’è una tendenza ormai stabilie di discesa in picchiata del prezzo che ha raggiunto il livello di giugno, quando la Russia iniziò a destabilizzare il mercato tagliando le forniture. Quella strategia portò il prezzo del gas a un picco di oltre 350 euro  a megawattora ad agosto e ora siamo a circa un terzo dal livello di allora, con un calo che è stabile e continuo. Questa nuova condizione del mercato dovrebbe riverberarsi sulle bollette, con rincari più bassi del previsto o anche con riduzione delle tariffe, a seconda dei contratti.

Ma da cosa dipende questa inversione di tendenza, proprio in una fase in cui i flussi dalla Russia si sono ulteriormente ridotti e dopo che, addirittura, alcuni gasdotti come il Nord Stream sono fuori uso per un sabotaggio? E’ merito del fatto che l’Europa finalmente si sta muovendo per frenare la “speculazione” e dell’annuncio del “tetto dinamico” al prezzo del gas? E’ difficile stimare l’impatto di questi annunci, anche perché al momento le soluzioni sono ancora un po’ confuse e indefinite. Di certo ci sono una serie di fattori che stanno determinando la riduzione del prezzo del gas, che hanno poco a che fare con la speculazione e molto di più con la domanda e l’offerta. In primo luogo, gioca a nostro favore il clima mite di queste settimane. Poi c’è il progressivo riempimento degli stoccaggi (pieni al 93 per cento in Ue). Un altro elemento, sempre legato alla domanda, è la riduzione dei consumi in Europa – più bassi mediamente del 15 per cento – proprio a causa dell’aumento dei prezzi e del rallentamento dell’economia.  Sul lato dell’offerta, prosegue il flusso costante di Gnl (l’importanza dei rigassificatori!) e c’è stato un aumento della produzione di gas in Norvegia che sta compensando la chiusura dei gasdotti russi. Lo scenario è quindi in miglioramento ma è sempre molto incerto perché dipende da fattori fuori dal controllo dei governi, come  il meteo.

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