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a piccoli passi

Con sette mesi di ritardo Bruxelles presenta un price cap a metà

David Carretta

Ursula von der Leyen proporrà al Consiglio un meccanismo per introdurre un tetto dinamico al prezzo del gas all’indice Ttf di Amsterdam. Ma la proposta potrebbe non essere mai messa in pratica: per entrare in vigore dovrà ottenere il via libera degli stati membri e la sua durata sarà limitata a tre mesi

Bruxelles. Con sette mesi di ritardo, la Commissione europea domani proporrà un meccanismo per introdurre un “price cap dinamico” e “temporaneo” sul gas all’indice Ttf di Amsterdam, come misura di “ultima istanza” per contenere le conseguenze di “prezzi estremi”.

Con riluttanza, viste le resistenze di Germania e Paesi Bassi, Ursula von der Leyen e il suo esecutivo sembrano pronti a fare un piccolo passo in direzione dell’Italia e di altri stati membri che chiedono da tempo un intervento diretto sui mercati per limitare il prezzo del gas. Ma per il governo di Mario Draghi il successo potrebbe rivelarsi più politico che sostanziale. Il passo della Commissione è piccolo e potrebbe non essere mai completato. Per com’è stato costruito il meccanismo e a causa delle diverse condizioni poste per la sua attivazione, il price cap sul gas potrebbe non essere mai messo in pratica. Si tratta più di una rete di sicurezza, se si dovesse riprodurre il picco dei prezzi di agosto. Nel frattempo, von der Leyen ha fatto marcia indietro sulle misure che avrebbero un impatto diretto sulle bollette, come il tetto al prezzo del gas destinato alla produzione di elettricità sul modello di quanto fatto da Spagna e Portogallo. Il nuovo pacchetto sull’energia, che sarà presentato domani dalla Commissione, semmai si concentra sugli acquisti congiunti di gas per gli stoccaggi, la solidarietà energetica tra stati membri e la possibile riduzione obbligatoria dei consumi.

Secondo la bozza del pacchetto circolata alla vigilia, il price cap di von der Leyen non sarà un prezzo amministrato di immediata applicazione. In sostanza, la Commissione chiede ai governi di dotarla del potere di proporre un “meccanismo correttivo” per fissare un tetto massimo dinamico per le transazioni al Ttf quando i prezzi raggiungono livelli “estremi”. Per entrare in vigore, il price cap dovrebbe ottenere il via libera degli stessi stati membri. La sua durata sarebbe limitata a tre mesi. E’ previsto un “corridoio dinamico di prezzo” per gli altri hub in cui il gas viene scambiato. I paletti per l’introduzione del price cap sono diversi: deve consentire i contratti fuori borsa, non deve compromettere la sicurezza degli approvvigionamenti e i flussi interni all’Ue, non deve portare a un aumento dei consumi e non deve minare il funzionamento dei mercati dei derivati dell’energia. “E’ difficile, se non impossibile, che tutte queste condizioni siano rispettate”, spiega al Foglio una fonte dell’Ue. Come ha sottolineato più volte la stessa Commissione, il principale problema del price cap è che un prezzo più basso di quello di mercato comporta quasi automaticamente un incremento della domanda, con un conseguente aumento dei rischi di razionamento per la situazione di scarsità. Non è un caso se nel pacchetto di domani la Commissione dovrebbe anche suggerire ai governi di attivare “l’allerta dell’Ue” per far scattare la riduzione obbligatoria dei consumi del 15 per cento. Nello scenario di un razionamento generalizzato, la Commissione vuole avere anche il potere di imporre ai governi solidarietà obbligatoria per trasferire gas ai paesi che non ne hanno a sufficienza, quando non ci sono intese bilaterali di assistenza reciproca.

Le proposte più consensuali del pacchetto riguardano le misure di medio periodo. La Commissione vuole rendere obbligatori gli acquisti congiunti di gas per il 15 per cento del fabbisogno necessario a riempire gli stoccaggi per l’inverno 2023-24. La piattaforma comune – a cui parteciperebbero anche gli operatori privati – dovrebbe partire a inizio del prossimo anno. Secondo la proposta della Commissione, entro il 31 marzo del 2023 dovrebbe essere lanciato anche un indice alternativo al Ttf di Amsterdam per il gas naturale liquefatto. Spetterà all’Agenzia per la cooperazione dei regolatori dell’energia (Acer) realizzare e pubblicare il prezzo di riferimento per il Gnl. Il pacchetto, infine, include un meccanismo per limitare la volatilità estrema dei prezzi giornalieri sui mercati dei derivati, più una serie di misure per la liquidità delle imprese energetiche. La proposta formale della Commissione permetterà agli stati membri di iniziare finalmente a negoziare su un testo legislativo. I ventisette rimangono divisi sul price cap. Il primo round politico tra i capi di stato e di governo ci sarà giovedì e venerdì durante il Consiglio europeo. Il secondo round è previsto il 25 ottobre in una riunione dei ministri dell’Energia. Quello decisivo per approvare il nuovo pacchetto dovrebbe essere a metà novembre.