(foto di Snam)

energia

Snam acquista il primo rigassificatore per fare a meno del gas russo

Francesco Dalmazio Casini

La Golar Tundra servirà a lavorare 5 miliardi di metri cubi all'anno di gas naturale liquefatto che arriverà in Italia via nave. È costata 330 milioni di euro e sarà operativa entro la primavera del 2023. Sarà ormeggiata "nel centro-nord" del paese 

È cosa fatta per l’acquisto del primo dei due rigassificatori offshore che il governo Draghi aveva promesso di installare sulle coste italiane. Snam annuncia di aver concluso un accordo da 330 milioni di euro con la Golar Lng Limited per l’acquisto della nave Fsru Golar Tundra. Costruita nel 2015, si tratta di un’unità che può essere utilizzata sia per il trasporto di metano che per accogliere i carichi di gas in forma liquida e riportarli allo stato gassoso, un passaggio necessario per l’immissione nella rete nazionale.

 

Da Snam fanno sapere che la nave – la cui capacità di rigassificazione si aggira intorno a 5 mld di metri cubi all’anno – sarà ubicata “in una località del centro-nord Italia vicina ai punti di maggiore consumo di gas”. L’ipotesi più probabile resta Piombino, nonostante l’opposizione del sindaco del comune Francesco Ferrari, per cui l’infrastruttura occuperebbe “spazi preziosi per la diversificazione economica” del porto, e di alcune associazioni ecologiste. Secondo le tempistiche fornite da Snam, il rigassificatore dovrebbe essere operativo – qualunque sia la località scelta – entro la primavera del 2023.

 

Secondo l’Amministratore delegato di Snam Stefano Venier, la Golar Tundra può provvedere da sola al 6,5 per cento del fabbisogno nazionale e fa sapere che la società “continua a lavorare alla ricerca di una seconda Fsru di dimensioni simili, sulla quale è attualmente in corso una negoziazione in esclusiva che si prevede possa concludersi entro fine giugno”.

 

Come ha spiegato il ministro Roberto Cingolani in conferenza stampa il 6 maggio scorso, l’aumento della capacità di rigassificazione è uno dei tre punti fondamentali della strategia per la sicurezza nazionale energetica. Il governo punta a rendere l’Italia indipendente dalle forniture russe “entro la seconda metà del 2024” e il Gnl sarà, specie nel breve periodo, un alleato insostituibile. Le due nuove unità di rigassificazione serviranno ad accogliere il surplus di metano liquido che arriverà dai paesi africani con cui la diplomazia italiana ha concluso accordi negli ultimi mesi.

 

Sempre stando alle dichiarazioni di Cingolani, il Gnl importato in Italia dovrebbe aumentare di 1,5 miliardi di metri cubi entro fine anno, per poi arrivare a 12,7 (quasi la metà delle forniture che oggi arrivano da Mosca) per il 2024. Una quantità per cui non sarebbe bastata la capacità dei tre rigassificatori “storici” di Livorno, La Spezia e Rovigo. 

 

L’Italia si muove, ma arriva in ritardo rispetto alla Germania, che già a inizio mese aveva annunciato di aver concluso i contratti per l’affitto di quattro rigassficatori. Le prime due unità, fornite da Dynagas, saranno installate nel porto di Wilhelmshaven in Bassa Sassonia e ognuna di loro sarà in grado di rigassificare ogni anno 7,5 miliardi di metri cubi di metano.

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