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via da Mosca

Come funzionerà il RePowerEu, il piano sull'energia (che fa un regalo all'Italia)

David Carretta

La Commissione annuncia un progetto da 300 miliardi di euro per far fronte a un eventuale stop delle forniture di gas e petrolio russi. All'Italia 2,6 miliardi di sovvenzioni e in più si potrà accedere ai prestiti inutilizzati del Recovery fund

Bruxelles. Con il suo pacchetto RePowerEu, destinato a mettere fine alla dipendenza energetica dell’Unione europea dalla Russia, la Commissione di Ursula von der Leyen ha fatto un altro regalo all’Italia, proponendo di aumentare la quota di prestiti del Recovery fund di cui potrà beneficiare per accelerare la transizione verde e sviluppare infrastrutture come i rigassificatori. L’ammontare complessivo dei prestiti che l’Italia potrebbe richiedere non è ancora conosciuto, ma dovrebbe essere una quota consistente dei 225 miliardi di prestiti della Recovery and resilience facility che gli altri stati membri non hanno ancora voluto utilizzare.

 

Molti di loro sceglieranno di non farlo, perché si finanziano sui mercati a tassi più bassi o simili a quelli dell’Ue o perché non vogliono sottoporsi alla condizionalità europea. Finora solo Italia, Polonia, Portogallo, Grecia, Cipro, Romania e Slovenia hanno deciso di chiedere i prestiti del Recovery fund. Italia, Grecia e Romania hanno anche raggiunto il massimo consentito. Ma in RePowerEu c’è di più. La Commissione vuole rimpolpare il Recovery fund con altri 20 miliardi in sovvenzioni da distribuire tra gli stati membri. Contrariamente ai prestiti, le sovvenzioni non dovranno essere rimborsate. La chiave di ripartizione della Recovery and resilience facility attribuisce all’Italia il 13 per cento: sono 2,6 miliardi di sovvenzioni in più che il governo di Mario Draghi avrà a sua disposizione per creare le condizioni necessarie a smettere di comprare il gas di Vladimir Putin.

 

RePowerEu è un piano ambizioso (ed enorme) per rispondere alla minaccia di un’interruzione delle forniture di gas dalla Russia. L’obiettivo è ridurre di due terzi la dipendenza entro la fine dell’anno, per poi procedere a un’uscita totale entro il 2027. Le misure proposte dalla Commissione includono risparmio energetico, diversificazione delle fonti e accelerazione sulle rinnovabili per sostituire i combustibili fossili. Le importazioni di Gas naturale liquefatto sono fondamentali, così come aumentare le capacità dei gasdotti alternativi alla Russia. La Commissione propone anche la creazione di un meccanismo di acquisti comuni per negoziare e comprare gas su base volontaria.

 

Tra le altre misure ci sono l’obbligo di installare pannelli solari fotovoltaici su tutti i nuovi immobili pubblici e commerciali dal 2025 (per quelli residenziali dal 2029), l’obiettivo di raddoppiare le pompe di calore e la semplificazione delle procedure di autorizzazione per l’installazione di impianti eolici o solari. Il pacchetto include anche misure di emergenza da adottare in caso di taglio totale delle forniture, compresa la possibilità di introdurre un tetto al prezzo del gas. RePowerEu prevede risorse per ristrutturare le infrastrutture petrolifere: la speranza della Commissione è che basti a convincere l’Ungheria a togliere il suo veto sull’embargo del petrolio russo. Il pacchetto sarà discusso dai capi di stato e di governo nel Consiglio europeo del 30 e 31 maggio.

 

Per realizzare gli obiettivi di RePowerEu, secondo la Commissione, servono 210 miliardi di investimenti di qui al 2027. Von der Leyen ha annunciato uno stanziamento potenziale di 300 miliardi. La parte più consistente, 225 miliardi, sono i prestiti del Recovery fund che non sono stati utilizzati dagli stati membri che ne hanno diritto. Una volta adottata la proposta, gli stati membri avranno 30 giorni per decidere se chiedere i prestiti o meno, altrimenti i 225 miliardi finiranno agli altri paesi. I 20 miliardi di nuove sovvenzioni del Recovery fund saranno raccolti attraverso la vendita anticipata di permessi nel sistema di scambio di quote di emissioni Ets. Gli stati membri potranno anche dirottare fondi della politica di coesione (26,9 miliardi) e della politica agricola comune (7,5 miliardi).

 

Alcune regole del Green deal, come il principio del “Do not significant harm” (“Non fare danni significativi all’ambiente”, ndr), verranno allentate per favorire gli investimenti su gas e petrolio. Il regalo all’Italia è destinato a innescare polemiche nei paesi del nord. “Gli italiani possono prendere in prestito il denaro olandese?”, ha chiesto in conferenza stampa un giornalista. Il vicepresidente della Commissione, Frans Timmermans, ha risposto così: “Se alcuni paesi hanno le tasche piene o sono ricchi e non vogliono usare questi prestiti, perché non usarli per il bene pubblico europeo?”.