La Lega dei lavoratori. Parla Durigon

Renzo Rosati

Intervista al responsabile (confermato) del Carroccio per occupazione, previdenza e rapporti con le parti sociali: “Il governo sbaglia tutto sul lavoro. Tridico è stato una scelta pessima, ma Parisi è peggio”

Roma. Claudio Durigon, 49enne responsabile (confermato) della Lega per occupazione, previdenza e rapporti con le parti sociali, è uno di quei dirigenti del Carroccio firmato Matteo Salvini più portati al pragmatismo e al dialogo. Ex sottosegretario al Lavoro nel governo gialloverde, sotto Luigi Di Maio, ha smussato molti angoli con l’allora alleato a 5 stelle, non sempre con risultati brillantissimi. Ora, giura, vorrebbe mediare con l’esecutivo di Giuseppe Conte sulla questione di sua competenza, l’occupazione, e magari anche su altro, ma afferma di essere costantemente respinto “dal gioco solitario di Palazzo Chigi e dai grillini”. Per questo ritiene giusto, “un momento alto”, l’abbandono dell’aula dei leghisti a Montecitorio durante l’informativa del premier sull’economia il 17 giugno.

 

“Il governo” dice al Foglio “sta commettendo errori gravissimi sulla cassa integrazione e sul divieto di licenziamento. La prima viene prorogata di quattro settimane, dunque scadrà il 14 luglio. I licenziamenti sono bloccati fino al 24 agosto. Per oltre un mese le aziende saranno lasciate sole con i loro problemi. E anche i dipendenti”. Le aziende si capisce perché. I dipendenti? “Oggi la cassa integrazione è data alle imprese, che però possono organizzare la produzione a scacchiera, tenendo fermi alcuni, chiamando al lavoro altri. Andrebbe erogata ai lavoratori in modo che ci sia la certezza del reddito. E’ da marzo che lo diciamo al governo, ma non veniamo ascoltati. Ci staremmo alla collaborazione, bisogna però collaborare in due. Ma c’è ben altro”. Che cosa? “Ad agosto scade tutto, ogni forma di sussidio tradizionale. Non sappiamo che cosa accadrà dopo, se non che l’eventuale recupero economico sarà lento e con la variabile della seconda ondata di contagi”. Dunque? “Dunque bisogna pensare fin da ora a strumenti diversi dai meri sussidi a pioggia visti all’inizio. Sia la cassa integrazione sia il divieto a licenziare andrebbero prorogati a fine 2020”.

 

Non sono sussidi anche quelli? “Ma legati al ciclo produttivo. Difatti andrebbero affiancati con misure di sostegno alle filiere industriali. Vere, e non affidate alle tranche del Recovery fund o di un Recovery plan nazionale stile villa Pamphilj”. Ma perché nel frattempo rifiutate pregiudizialmente i fondi europei? “Non ci sono pregiudizi. Io ho studiato il Sure, il fondo destinato appunto all’occupazione, e sfido a capirci qualcosa. All’inizio pareva collegato all’accettazione di tutto il resto, vincoli compresi. Ora è avvolto nelle nebbie”. Questo discorso porta dritti al vostro antieuropeismo. Che è poi uno dei motivi, forse il principale, che non fa di voi e di Fratelli d’Italia un’alternativa di governo accettabile per molti elettori, a cominciare dai ceti imprenditoriali, da Confindustria in giù. Perché non chiarite una volta per tutte che siete parte dell’Europa? Farebbe bene anche alla Lega. “Cioè un atto di sottomissione a priori? Mi mette angoscia”.

 

Durigon sa bene che non è questo il punto, difatti arriva una risposta vera: “Nessuno di noi pensa realmente di uscire dall’Europa e dall’euro. Neppure Salvini. Non lo penso certo io, che sono radicalmente europeista. Non si può però esserlo senza sé e senza ma, cioè senza difendere i nostri interessi dipendendo da quel che si decide a Berlino, Parigi e Bruxelles. Non si può credere sul serio che arriveranno decine di miliardi, che ci sono dovuti, quando poi si viene a sapere casualmente, senza comunicazioni certa, che i soldi ci saranno forse a tranche, e quando e come nessuno lo dice. Che razza di Europa ed europeismo è?”.

 

Per questo voterete contro il Mes? “Come ho detto, europeisti sì, ma con pari diritti degli altri paesi e partiti, compreso il diritto di opporci. Scusi, ma è democrazia”. Torniamo al lavoro e all’assistenzialismo. Ma Pasquale Tridico, Domenico Parisi, e il reddito di cittadinanza, non avete votato tutto voi quando eravate al governo? “E’ vero. Si è trattato della spartizione con i 5 stelle, come avviene per tutte le maggioranze disomogenee. Anche in questa tra grillini e Pd, e mi pare che proprio il Pd ne sappia qualcosa”. Sì, ma Tridico… “Scelta pessima, lo ammetto. Del resto voleva fare il ministro, poi è andato Di Maio. Ma peggio di lui è Parisi che dovrebbe occuparsi di ricollocamenti al lavoro”. Parisi è stato difeso da Salvini dopo la sua visita all’agenzia per le politiche attive. “Salvini era andato lì proprio per chiedere quanti posti di lavoro sono stati creati. Il risultato è un due per cento, un clamoroso fallimento. Poi c’è stata la contestazione. La realtà è che da mesi c’è un conflitto tra Pd e 5s, così come all’interno dei grillini, tra Nunzia Catalfo, Parisi e Tridico. Esattamente come sulle Autostrade e anche il Mes. L’ho già detto: mai più maggioranze tra opposti. Ma ora il problema immediato è il lavoro, è l’autunno. Il governo ci ascolti”.

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