
Foto LaPresse
Riaprite bene, no caos
Più che il “quando”, serve il “come”. Dove c’è sicurezza e meno virus, si parta
-
Negozi e grande distribuzione, cambierà tutto. Online di vicinato e altro
-
Criteri per evitare che la fase 2 si trasformi nel caos
-
Quando si fermerà il contagio? Ecco le stime per ogni regione
-
Non ci faremo mancare il lockdown di Ferragosto
-
La guerra per bande politica è dannosa come un virus
-
I grandi chef francesi presentano un piano per riaprire i ristoranti
-
Umbria e Friuli, regioni leghiste pronte per la fase 2. Parlano Tesei e Fedriga
-
Il virus delle banlieue
-
La fase due delle città. Ecco chi può ripartire più velocemente
-
“Non si può aspettare il 4 maggio”. La filiera della moda è in fibrillazione
-
Lo stato pompiere di Francia
L’ora buia è questa, quella in cui governo, regioni, comuni, task force e rappresentanze varie si attardano a discutere attorno al dilemma inutile, “se” riaprire e “quando”. Invece, poiché è evidente che il contagio impiegherà un lungo tempo a sparire e lo farà a macchia di leopardo, e poiché è chiaro che “morire di economia” non è una soluzione, l’unica domanda che serve farsi per aprire è “come”. E in questo, anziché moltiplicare i tavoli, converrebbe guardare a ciò che stanno facendo la Francia o la Germania: ripartenza già programmata, settorializzata, in base alle garanzie di sicurezza e se serve anche in base alle situazioni territoriali.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitaleLe inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioniOPPURE