Emmanuel Macron (foto LaPresse)

Lo stato pompiere di Francia

Redazione

Anticipi, bonus, aiuti a fondo perduto. E al deficit per ora non si pensa

Salvaguardare prima di rilanciare. Secondo quanto annunciato dal ministro Bruno Le Maire, il piano di rilancio dell’economia francese non sarà presentato “prima di settembre”: per ora, l’imperativo è far fronte all’emergenza sanitaria con misure eccezionali di sostegno. Dai 45 miliardi di euro previsti a marzo, Parigi, a inizio aprile, ha fatto lievitare a 110 miliardi il valore complessivo del pacchetto di aiuti alle imprese e alle famiglie. 24 miliardi sono stati destinati al finanziamento del chômage partiel, la cassa integrazione francese, che riguarda 11,3 milioni di lavoratori dipendenti e 890 mila aziende. A partire da giugno, come anticipato dal ministro del Lavoro Muriel Pénicaud, il dispositivo sarà “meno generoso”, dato che molte imprese potranno riaprire e le persone, di conseguenza, riprendere la loro attività. Per le pmi con meno di dieci dipendenti, è stato stanziato un fondo di solidarietà da 7 miliardi. Quelle più in difficoltà potranno ottenere un contributo a fondo perduto fino a cinquemila euro. Inoltre, per le pmi che non riescono a ottenere prestiti bancari, lo stato ha messo a disposizione 500 milioni di euro sotto forma di “anticipo rimborsabile”. Le imprese strategiche sono coinvolte per 20 miliardi nel “piano d’emergenza economica”, 7 dei quali sono già stati sbloccati per Air France.

 

Al personale degli ospedali pubblici, è stato versato un bonus di 1.500 euro, alle famiglie meno abbienti un aiuto diretto di 150 euro, più 100 euro per ogni figlio. Il timore dei liberali, tuttavia, è che lo stato francese si trasformi in un mero erogatore di risorse a fondo perduto, dimenticandosi del debito, che a fine anno potrebbe raggiungere il 115 per cento del pil. La Francia, come ha scritto Les Echos, ha bisogno di uno stato pilota, non di uno stato pompiere.