Come contenere i danni, secondo Confindustria

Mariarosaria Marchesano

Rapporto sulle previsioni economiche dell'Italia: inevitabile un calo del 6 per cento del pil nel 2020. Ma bisogna agire subito o il sistema produttivo sarà compromesso

Milano. Contenere i danni. Impedire che la recessione prolungata di questi mesi distrugga parte del potenziale produttivo dell'Italia e si traduca in una depressione prolungata, con un aumento drammatico della disoccupazione e un crollo del benessere sociale. E' quello che chiede Confindustria nel suo rapporto sulle previsioni di primavera in cui avverte: "Per l'Italia un calo del 6 per cento del pil nel 2020 è ormai inevitabile, ma se il blocco delle attività non dovesse concludersi entro maggio, le prospettive economiche peggioreranno. Ogni settimana in più di fermo delle attività produttive potrebbe costare una percentuale ulteriore di pil nell'ordine di almeno lo 0,75 per cento".

 

Secondo Confindustria, oggi è urgente evitare che il blocco dell’offerta ed il crollo della domanda provochino una drammatica crisi di liquidità nelle imprese: a fronte delle spese indifferibili (tra cui quelle per gli adempimenti retributivi, fiscali e contributivi) e degli oneri di indebitamento, le mancate entrate prodotte dalla compressione dei fatturati potrebbero mettere a repentaglio la sopravvivenza stessa di intere filiere produttive. "Bisogna evitare che la crisi di liquidità diventi un problema di solvibilità, anche per imprese che prima dell’epidemia avevano bilanci e prospettive solide", spiega il rapporto.

  

L'associazione degli industriali ha definito una serie di proposte per garantire la tenuta del sistema economico poiché se si mantiene in efficienza la macchina dell’economia, per quanto al momento quasi ferma, sarà possibile rimetterla in moto subito, al termine dell’emergenza sanitaria. "Queste azioni devono comprendere: un piano anti-ciclico straordinario, finanziato con risorse europee; interventi urgenti per il sostegno finanziario di tutte le imprese, piccole, medie e grandi; strumenti di moratoria e sospensione delle scadenze fiscali e finanziarie; un’operazione immediata di semplificazione amministrativa, per rendere subito effettiva l’azione di politica economica".

 

 

Insomma, bisogna agire immediatamente e servono interventi di politica economica di carattere straordinario, su scala sia nazionale che europea per sostenere la tenuta e poi la ripartenza dell’attività economica già nella seconda parte del 2020 e quindi nel corso del 2021. "In Europa, dopo i consueti balbettamenti assai gravi, in queste settimane sono state già prese decisioni importanti - dice Confindustria - I massicci interventi della Bce, che hanno fermato per ora l’impennata dello spread sovrano per l’Italia; la sospensione di alcune clausole del Patto di Stabilità e Crescita, per la finanza pubblica; le misure temporanee sugli aiuti di Stato. Queste azioni, però, vanno accompagnate con un cruciale passo in più: l’introduzione di titoli di debito europei, fin troppo rimandata".

 

Pur riconoscendo, infine, lo sforzo compiuto dal governo italiano, per Confindustria è tuttavia chiaro che occorre rafforzare massicciamente l'economia, "anche con strumenti innovativi". Con le Confindustrie tedesca e francese,  è stato proposto un piano straordinario a livello europeo da 3000 miliardi di euro di investimenti pubblici. Considerando una prima tranche di 500 miliardi su un periodo di 3 anni, fatta inizialmente anche di misure per la liquidità e, poi, soprattutto di investimenti in sanità, infrastrutture e digitalizzazione, questo sarebbe in grado di alzare la crescita in Italia e nell’Eurozona di rispettivamente 2,5 e 1,9 punti percentuali.

Di più su questi argomenti: