foto LaPresse

editoriali

Un aiuto urgente alle partite Iva

Redazione

Misure per l’oggi e misure per il domani. Le spese inutili da rivedere

Ieri la richiesta del presidente della Lombardia Attilio Fontana (ma non del collega veneto Luca Zaia) di chiudere negozi e trasporti pubblici ha contribuito al nuovo calo di Borsa e messo ulteriormente in allarme l’apparato produttivo del nord. Prima la salute, certo. Ma attenti anche alle parole. Per esempio sulle misure economiche delle quali il governo ha discusso ieri sera, mentre oggi è prevista l’autorizzazione del Parlamento al maggior deficit del 2,9 per cento. Assisteremo a un gioco al rialzo dell’opposizione a base di miliardi, e ci sta; ma che dire delle promesse di sospensione dei pagamenti di “mutui, bollette e tributi” annunciata dal ministro dello Sviluppo a 5 stelle Stefano Patuanelli? Propositi rilanciati dalla collega Laura Castelli, viceministro dell’Economia, in questi termini: “Mutui, tasse, è tutto sospeso, in tutta Italia, per privati e famiglie”.

 

Nei giorni scorsi l’associazione bancaria ha garantito alle imprese una moratoria sui rimborsi della quota capitale dei mutui, compresi quelli agrari, oltre ad altre misure di sostegno. Il governo si è mosso per estendere la cassa integrazione alle mini aziende per le quali non è prevista, e rinviare oneri delle partite Iva. “E’ un settore, artigiani, esercenti e autonomi, che non può fare smart working né avere i tradizionali strumenti di protezione, uno choc che si aggiunge ad anni di declino” dice Andrea Garnero, dell’Ocse. Si potrebbe aggiungere il lavoro irregolare, in parte già garantito dal reddito di cittadinanza, per il quale non si può fare nulla. Di certo, anche se i soldi spendibili subito sono più che raddoppiati (dal Mef dicono fino a 15 mld), e l’Europa mostra comprensione, non si possono fare promesse tipo il lancio di banconote dall’elicottero. Pensionati, lavoro dipendente delle grandi e medie imprese (tutte quelle pubbliche, ma anche le private con le spalle forti): che senso ha impegnare risorse “per tutte le famiglie in tutta Italia”? Si deve intervenire, subito, per settori esposti come commercio, turismo, lavoro autonomo e immaginando un piano di rilancio a partire da infrastrutture e consumi. Sprecare risorse oggi (avete presente quota 100?) significa sottrarle alle fasce in prima linea e in futuro trovarsi a corto di soldi.

Di più su questi argomenti: