Lorenzo Bini Smaghi (foto LaPresse)

E' un test da brivido per Madame Lagarde. Parla Bini Smaghi

Marco Cecchini

La Bce si muove lungo un sentiero stretto e con armi spuntate. I mercati aspettano un segnale, ma i governi devono fare la loro parte

Roma. Il primo test di Christine Lagarde, come neo presidente della Bce, è da brivido. Non tanto perché il coronavirus ha fatto un ingresso in grande stile nell’Eurotower – un dipendente risultato positivo, la quarantena per i suoi colleghi, niente strette di mano e colloqui ravvicinati nel tempio della finanza continentale – quanto per la mole di aspettative che il Consiglio direttivo di oggi ha generato. Ancora una volta i mercati in subbuglio per la recessione imminente e l’Europa politica guardano a Francoforte nella speranza che da lì, come è successo altre volte ai tempi di SuperMario, arrivi un segnale.

 

 

Il contesto è complicatissimo e il compito di madame Largarde è arduo. Spiega Lorenzo Bini Smaghi, presidente di Société Générale ed ex componente del comitato direttivo della Bce negli anni infuocati della crisi del debito sovrano: “La Lagarde si muove lungo un sentiero stretto. Da una parte, deve agire in modo da mantenere alta la pressione affinchè i governi facciano la loro parte e adottino le misure fiscali richieste dalla gravità della situazione; dall’altra deve annunciare iniziative di politica monetaria di portata sufficiente a tranquillizzare i mercati”. Se fa troppo deresponsabilizza i governi, se fa troppo poco scontenta i mercati. Deve trovare un punto di equilibrio. E deve farlo ora. Nel frattempo il dibattito ribolle delle proposte più varie. C’è chi, come Romano Prodi e Alberto Quadrio Curzio, rilancia l’ipotesi degli eurobond, c’è chi sogna l’Helicopter money, soldi che piovono dal cielo nelle tasche dei consumatori, c’è chi pensa a una sospensione delle regole fiscali europee come anticamera di una loro abolizione. Madame Lagarde, tra la cena di stasera e il Consiglio di domani, deve trovare un accordo che le permetta di andare in conferenza stampa con un annuncio adeguato. Come si muoverà? Mario Draghi le ha lasciato in eredità una cassetta degli attrezzi ricca di strumenti in parte logorati dall’abuso, in parte no. Bini Smaghi prova a fare ordine: Il primo punto è che “il predecessore le ha facilitato la strada con la decisione presa lo scorso settembre di riprendere il Quantitative easing e oggi chi lo ha criticato per questo dovrebbe riflettere”, dice. Il secondo punto riguarda le opzioni a disposizione della presidente. C’è la leva dei tassi d’interesse. La Bank of England li ha ridotti di mezzo punto l’altro ieri, la Federal Reserve una settimana prima. Ma tutte e due le banche partivano da livelli positivi, mentre i tassi della Bce sono sottozero di mezzo punto. Il mercato si aspetta un ritocco di un decimo. “E’ possibile – dice il banchiere – anche se a questo punto non ci si possono attendere grandi effetti sull’economia reale da questa manovra”.

 

Restano in campo tre minibazooka dalle sigle esoteriche, come gli Ltro, i Tltro e i programmi di acquisto di corporate bonds e altri asset privati, i cui volumi potrebbero essere aumentati. “I primi due servono a iniettare liquidità nel sistema bancario e per questa via finanziare l’economia reale, il terzo è un modo per sostenere direttamente il settore privato”. A questi Bini Smaghi aggiunge una sua personale proposta forte: “Utilizzare gli Tltro per consentire una riduzione dei tassi d’interesse pagati dalle imprese e dalle famiglie non solo sui nuovi prestiti ma anche su quelli in essere”. Il vantaggio non trascurabile di questa proposta sarebbe di offrire un sollievo finanziario immediato al settore privato, mentre la semplice iniezione di liquidità potrebbe risultare inefficace se “il cavallo non beve”, ovvero se le imprese non vogliono investire. Tutto il resto appartiene al campo di un dibattito in parte teorico in parte strumentale. “Non che la sospensione delle regole europee non sia immaginabile, è già successo dopo la crisi del 2009 ma ciò deve avvenire all’interno di una strategie di medio periodo”. Quanto agli Eurobond “sono anch’essi nel novero delle possibilità, ma non per andare in soccorso di un paese, bensì per finanziare specifici progetti europei”. L’Helicopter money infine è semplicemente “impossibile”.