Milano. In Italia, se tutto va bene, ci sarà una stagnazione con il pil che quest’anno sarà pari a zero. L’Ocse ha sintetizzato così la previsione d’impatto del coronavirus sull’economia del nostro paese, che più di altri nell’Eurozona (che arretrerà dello 0,3 per cento, mentre l’economia mondiale perderà mezzo punto di crescita) è esposto agli choc esterni ed è per questo che sta perdendo terreno sui mercati internazionali con lo spread salito alla soglia di 180 punti base. Ieri è stata una nuova giornata di vendite febbrili a Piazza Affari, la quinta consecutiva dal 25 febbraio con l’indice Ftse Mib che ha perso oltre il 17 per cento dai livelli massimi raggiunti solo venti giorni fa. C’è da dire che tutti i mercati finanziari sono da giorni sotto pressione per il ritmo con cui il virus si sta diffondendo. Ma mentre la Borsa di Milano appare insensibile alla possibilità che si sta delineando di nuovi stimoli monetari, gli altri listini europei riescono almeno a tenere i nervi sotto controllo e addirittura quelli asiatici e americani stanno già cominciando a reagire positivamente alla prospettiva di un intervento da parte delle banche centrali.
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