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Scappano anche le bottiglie di Coca-Cola

Redazione

I danni della doppia tassa sugar più plastic in Sicilia. Una strategia da rivedere

Siebeg, azienda di Catania di imbottigliamento che lavora per Coca-Cola e dà lavoro direttamente a 350 dipendenti più un migliaio nell’indotto, ha comunicato il trasferimento di gran parte delle linee produttive in Albania (dove ha già un altro stabilimento) a seguito della doppia introduzione di sugar e plastic tax. Questo nonostante una serie di incontri tra i vertici aziendali e governo, compresa una visita in Sicilia del sottosegretario cinque stelle allo Sviluppo economico Stefano Buffagni; a quanto pare inutile.

 

Siebeg non è il maggiore imbottigliatore di Coca-Cola che in Italia agisce per il 95 per cento direttamente attraverso la controllata Hbc (Hellenic Bottling Company), quotata a Zurigo, con quattro stabilimenti, 2 mila dipendenti e varie joint venture. Per ora Coca-Cola Hbc ha a sua volta bloccato 49 milioni di investimenti italiani e tutti i piani di assunzione, mentre è a rischio lo stabilimento di Marcianise (Caserta). Si tratta di altre ricadute delle due imposte, impropriamente definite microtasse e che tanto micro non sono in quanto pur con i rinvii nei prossimi 27 mesi costeranno alle aziende, e ai consumatori, 0,568 miliardi. Coca-Cola stima in 160 milioni l’impatto sui propri conti. Non solo. Già da anni, visto il calo di domanda di bibite gassate e zuccherate (meno 25 per cento tra i giovani) aveva avviato come nel resto del mondo nuove produzioni a basso o zero contenuto di zucchero, con estratti vegetali, e quanto all’imbottigliamento con plastiche biodegradabili. Un circuito virtuoso che per esempio in Francia, dove pure l’Iva è del 10 e non del 22 per cento, è andato avanti, da due anni, in collaborazione con il governo e con le autorità locali, scolastiche e sanitarie. In Italia si erano investiti 200 milioni con la riconversione degli stabilimenti di Nogara (Verona), il maggiore d’Europa, e Oricola (L’Aquila); mentre per la Fanta era stata lanciata una linea con arance rosse siciliane Igp. Il cui consorzio è ora nei pasticci. Era, assieme a quello francese, un esempio europeo di conversione virtuosa e collaborativa tra aziende, governo e consumatori. Al contrario le tasse “etiche” del governo continuano a produrre una lunga scia di effetti collaterali negativi.

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