L'offerta di Scholz non va respinta
Perché ai tavoli europei sedersi è più importante che sbattere i pugni
Mentre Matteo Salvini evoca l’“alto tradimento punibile con il carcere” se Giuseppe Conte firmerà la riforma del Meccanismo europeo di stabilità (Mes), in Italia bisognerebbe riflettere su una proposta tedesca che, pur non avendo formalmente a che fare con il Mes, fa comunque parte della fase di trattative sulle riforme per affrontare e assicurare i due maggiori rischi sistemici europei: debiti sovrani e banche.
La proposta è quella sull’Unione bancaria avanzata da Olaf Scholz, ministro socialdemocratico delle Finanze tedesco: la Germania dovrebbe accettare, come l’Olanda e altri paesi nordici fin qui tenacemente ostili, un’assicurazione comune sui depositi bancari, oggi a carico degli stati, se le banche si impegnassero a una riduzione dei non performing loans (Npl), i mutui in sofferenza, al 5,5 per cento lordo e al 2,5 al netto di svalutazioni e accantonamenti.
La prima reazione è stata una levata di scudi poiché molti vi hanno intravisto la via per arrivare a colpire i titoli pubblici in portafoglio. Tra i primi contrari il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e il sistema bancario. Poi è giunta un’analisi più meditata. Le banche italiane sono già vicine a questi obiettivi; nel 2018 la percentuale dei Npl netti è stata del 2,84, mentre quelli lordi è previsto che raggiungano il 5,5 nel 2021. Lo smaltimento è stato ed è molto veloce. Anche Bankitalia sta riflettendo sulla linea di accettare la trattativa, magari per puntare ai “safe asset” europei, titoli comuni a tasso zero paragonabili agli eurobond. Più di tutti, Lucrezia Reichlin, economista ex Bce ora alla London Business School, suggerisce che “anche se i singoli elementi della proposta sono discutibili, chiudere il dialogo con la Germania non conviene a noi e impedisce ogni progresso del progetto europeo”. Nel frattempo il vertice della Cdu ha smentito che quella di Scholz sia una proposta del governo, ma risulta che Angela Merkel la sostenga. Ragionare e trattare su tavoli laterali è la via più logica anche per superare le sbandate sul Mes e per evitare un isolamento che porterebbe l’Italia ai rischi (alti) e alla credibilità (bassa) dell’anno scorso.
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