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Perché capovolgere la guerra al cash

Redazione

Il problema non sta nel mezzo (le carte) ma nel comportamento

Con tre numeri il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, ha rovesciato la narrazione corrente su contante e moneta elettronica (carte di credito, bancomat e bonifici), sui costi e su cosa fare contro l’evasione fiscale. Non è affatto vero che in Italia esistano pochi terminali Pos: sono 3,2 milioni, un terzo di quelli esistenti in Europa. Non è vero che le commissioni medie sulle carte siano più alte che altrove; si tratta dell’1,1 per cento rispetto all’1,2 dell’Unione europea. È vero invece il loro minore utilizzo, 111 operazioni all’anno, cifra più bassa d’Europa. Conclusione del presidente dell’Associazione bancaria: “In Italia abbiamo due prezzi, uno con l’Iva e uno senza Iva. E questo dipende dai consumatori ma soprattutto dai controlli sugli esercizi, professionisti, artigiani. I consumatori devono abituarsi a non spendere dove rifiutano carte e bonifici, e lo stato controllare”.

  

Dunque nella guerra al contante sulla quale il governo punta per recuperare l’evasione (recupero che nel Documento di bilancio è indicato in ben 12,2 miliardi) non hanno senso le voci contrarie di “favori alle banche” o “disagi per gli anziani”. Secondo Bankitalia a fine 2017 erano attivi 54,1 milioni di bancomat e 14 milioni di carte di credito. Gli strumenti nelle tasche delle persone ci sono, manca l’utilizzo benché negli ultimi cinque anni sia aumentato del 71 per cento.

  

Reprimere sul serio l’evasione significa non tanto trasformare i consumatori in ausiliari del fisco, una sorta di educazione del popolo tra bonus e lotterie degli scontrini. Bisogna agire a valle, su ristoranti, bar, artigiani, agenzie immobiliari, studi professionali. Per le prime categorie chiedere il contante significa evadere l’Iva. Quanto ai medici, visite e interventi sono quasi sempre esenti da Iva, al contrario di ciò che viene detto ai pazienti, e quindi lo sconto è evasione Irpef. Reclutare per la guerra al contante 60 milioni di cittadini è velleitario e sbagliato per principio. Controllare 150 mila bar, 330 mila ristoranti, 4.500 agenzie immobiliari, 300 mila medici, le stesse fatturazioni tra aziende, è più scomodo per il fisco (che pure riceve già 670 milioni di dati ), e politicamente più rischioso.

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