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Halloween in casa Fiat e Peugeot

Redazione

La fusione mascherata, i dolcetti per Elkann e l’horror dello stato interventista

Il progetto di fusione tra l’italo-americana Fca e la francese Psa è stato annunciato ufficialmente il giorno di Halloween e molti analisti si chiedono se si tratti di un dolcetto o di uno scherzetto, in ossequio alla tradizione anglosassone. Fiat Chrysler ha colto l’ultima occasione disponibile per trovare un alleato e fare parte del quarto gruppo mondiale, dacché era in una condizione delicata dopo il matrimonio sfumato con Renault-Nissan per l’opposizione del governo francese.

 

A uscire vincenti dall’accordo, annunciato giovedì, sono gli azionisti di Fca che ricevono un dolce premio miliardario dall’operazione. Le aziende hanno presentato il deal come una fusione paritetica, in cui ciascuna avrà il 50 per cento delle quote della nuova società. Però per gli analisti che hanno studiato l’accordo si tratta tecnicamente di un’operazione di acquisto di Fca da parte di Peugeot. “Il costruttore italiano riceve un grosso premio per avere accordato un take-over che è stato mascherato da merger”, scrive Bloomberg. D’altronde le reazioni opposte dei titoli in Borsa lo testimoniano.

 

Il giorno dell’annuncio infatti sono le azioni di Psa a essere state penalizzate mentre quelle di Fca hanno brindato; come di solito accade rispettivamente a chi compra e a chi vende. “Psa sta sostanzialmente comprando Fca – dicono gli analisti di Equita come riportato dal Sole 24 Ore – pagando un buon premio superiore al 30 per cento a Fca”, facendo schizzare il titolo della compagnia italo-americana. L’affare è anzitutto per Exor che controlla Fca e per i suoi principali azionisti, la famiglia Elkann-Agnelli, il valore del loro pacchetto di azioni è salito in un solo giorno di 800 milioni di euro, dopodiché gli azionisti Fca riceveranno un dividendo da 5,5 miliardi circa in seguito. John Elkann ha assicurato agli eredi Agnelli un grande risultato e ha messo in sicurezza Fiat-Chrysler trovando l’alleato che cercava da tempo per avanzare nell’automobile elettrica dove Fca è molto indietro. E’ lecito chiedersi se il consistente guadagno sia sufficiente a convincere Fca a non contrastare i francesi e lasciare loro la guida del mega-gruppo. Psa sembra poi essere la parte più forte nella “fusione paritetica” almeno a guardare la governance e i vincoli alle partecipazioni azionarie. Psa esprime l’amministratore delegato con Carlos Tavares, un manager che nel panorama mondiale è degno successore di Sergio Marchionne, e avrà cinque posti in cda più un consigliere indipendente che sarà a rotazione; saranno i francesi a cominciare e quindi avranno la maggioranza del board. Fca esprimerà John Elkann come presidente e avrà cinque posti in cda, per iniziare. Le quote saranno “fifty-fifty”.

 

Ma nei primi tre anni dall’inizio dell’alleanza Exor non potrà vendere la sua partecipazione né modificarla mentre fa eccezione la famiglia Peugeot che potrà salire di poco acquistando azioni dai suoi soci in Psa, la Bpifrance (banca pubblica della Cdp francese) e dai cinesi di Dongfeng. In Italia molti commentatori si domandano sconcertati come mai il governo non sapesse nulla dell’accordo e come mai non ci metta bocca vista la preoccupazione per l’occupazione degli stabilimenti italiani. E’ in realtà positivo che la politica non se ne occupi e lasci fare viste le decisioni del governo passato e la tendenza di quello attuale. Contro l’Auto si è scatenata una battaglia ideologica con l’obiettivo di accontentare una parte di elettorato disinformato per cui la filiera italiana che è essenzialmente manifatturiera ed è un’eccellenza nelle propulsioni a combustione (benzina e diesel) è stata colpita prima, con il governo gialloverde, da una ecotassa che incentiva l’elettrico-ibrido, che in Italia è in stato embrionale, e ora, con il governo rossogiallo, dall’aumento dell’imposta (del doppio o del triplo) sulle auto aziendali che colpisce i modelli prodotti in Italia, come l’Alfa Romeo Giulia e Stelvio.

 

Il ministro Patuanelli non è disastroso come Di Maio, ma fare tavoloni per l’Automotive con 50 invitati non è un merito, serve solo a pubblicizzare un interesse. Se questo è il metodo di occuparsi di auto e componentistica è preferibile non agire affatto. Anzitutto sarebbe consigliabile prendere bene la mira dei provvedimenti (ci sono 20 milioni di veicoli euro zero in circolazione, i più inquinanti) e poi lasciare fare alle aziende senza ostacolarle. Fca programma investimenti per 5 miliardi per la 500 elettrica a Mirafiori mentre Psa promette di avere tutta la gamma elettrica o ibrida entro il 2025. Come detto, la filiera italiana è essenzialmente meccanica e motoristica e dovrà trovare un modo di transitare gradualmente verso altre propulsioni e verso un’industria dei servizi per la mobilità. Per questo motivo la mano dello stato dovrà essere leggerissima perché ogni volta che è intervenuta è stato come vedere un film horror.

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