Il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giovanni Tria, il Segretario Generale dell’OCSE Angel Gurria (foto LaPresse)

Zero nel mondo, zero in Europa

L’Italia è ferma e i gialloverdi si sono messi ai margini degli organi che contano

L’Ocse, l’organizzazione dei paesi a economia di mercato con sede a Parigi, ritocca leggermente al rialzo le previsioni sull’Italia. L’Outlook semestrale pubblicato ieri stima nel 2019 un pil piatto anziché in calo di due decimali previsto a marzo. Nel 2020 la crescita dovrebbe raggiungere lo 0,6 per cento. E le notizie relativamente consolatorie finiscono qui. La crescita dell’Eurozona è stimata all’1,2 nel 2019 e all’1,4 nel 2020. Quella della Germania rispettivamente allo 0,7 e all’1,2. La Francia all’1,3 in entrambi gli anni. Ciò che però più colpisce sono le cifre relative al debito pubblico e al lavoro. Per colpa di un deficit pronosticato nel 2019 al 2,4 per cento e nel 2020 al 2,9 (questo già senza gli “sfondamenti doverosi” chiesti da Matteo Salvini) il debito dovrebbe salire quest’anno al 134,1 in rialzo di quasi due punti dal 2018; e nel 2020 al 135,5. L’indebitamento italiano non è mai arrivato a questi livelli.

 

La disoccupazione è stimata in aumento dal 10,6 per cento del 2018 all’11,7 del 2019 al 12,3 del 2020; percentuali viste nel 2013, nel pieno della recessione. “Questo – dice l’Ocse – avverrà per effetto del reddito di cittadinanza perché molte delle persone che lo percepiranno dovranno essere iscritte nelle liste dei disoccupati. Egualmente quota 100 ridurrà gli occupati, il contrario di quanto l’Italia ha bisogno”. Lega e M5s hanno fatto spallucce di fronte a queste previsioni. I gialloverdi spostano la mira sulle elezioni europee che però dovrebbero produrre un risultato tutt’altro che filoitaliano. I sondaggi diffusi ieri da Ubs vedono un Europarlamento a forte maggioranza (63,1 per cento) di forze europeiste: il Ppe al 22,4, i socialisti al 19,4, i liberali e macroniani al 14, i Verdi al 7,3. I conservatori ai quali si è associata Giorgia Meloni sarebbero al 7,6 mentre la “Salvini alliance”, i nazionalisti di destra, al 9,7. “Questa situazione – dice Ubs – determinerà le maggiori cariche: presidenza della Commissione, del Consiglio d’Europa, della Bce e del Parlamento”. Sarà una questione franco-tedesca con forse una variabile finlandese alla Bce. E per la prima volta i partiti di governo italiani non saranno né nella maggioranza di Strasburgo né avranno chance di ottenere i posti che contano.

Di più su questi argomenti: