(Foto LaPresse)

Caso Ubs. Perché i maiali cinesi renderanno più noiosi gli analisti finanziari

Mariarosaria Marchesano

Una battuta ironica del capo economista della banca svizzera ha creato un caso diplomatico con Pechino. A rischio la tradizione di inserire freddure nei report

Milano. Seguire l’andamento dei mercati può essere interessante, addirittura avvincente in certi casi, ma non si può certo dire che sia la cosa più divertente del mondo. Perciò la tradizione delle banche d’affari, soprattutto quelle di estrazione anglosassone, di alleggerire le analisi con battute, freddure e pungolamenti, è un sollievo per chi, per motivi di lavoro, legge tutti i giorni la reportistica specializzata. Peccato che d’ora in poi sarà più difficile godere del senso dello humor degli analisti delle case d’investimento, terrorizzati dall’idea di poter perdere il posto di lavoro come sta rischiando Paul Donovan, il capo economista del colosso bancario svizzero Ubs guidato dal ticinese Sergio Ermotti, ex prima linea di Unicredit ai tempi di Alessandro Profumo. Ubs, infatti, ha deciso di sospendere dal servizio Donovan, una delle voci più ascoltate dagli investitori a livello mondiale, il quale, da buon britannico, non ha resistito alla tentazione di usare un gioco di parole per spiegare che il virus che ha colpito i maiali cinesi non avrà impatto sui mercati mondiali, ma resterà circoscritto all’interno del paese asiatico. Un commento positivo, dunque, che però ha generato un gigantesco equivoco e provocato la reazione indignata di Pechino e il drastico provvedimento della banca d’affari nei suoi confronti (tecnicamente è stato messo in aspettativa).

 

La frase incriminata, a proposito di un temuto effetto contagio della febbre suina, è la seguente: “Questo importa? Importa se sei un maiale cinese, importa se ti piace mangiare carne di maiale in Cina. Non importa davvero al resto del mondo”. Completando la lettura del report, è addirittura lampante che Donovan volesse semplicemente sottolineare l’inesistenza di impatti fuori dai confini nazionali di una crisi domestica. Ma tanto è bastato per scatenare un incidente diplomatico, in un’epoca in cui i canoni della comunicazione politicamente corretta, evidentemente, devono essere rivisti alla luce dei nuovi rapporti di forza imposti dall’ascesa di una potenza economica come la Cina con cui Ubs ha di recente sottoscritto un mega accordo per il collocamento sul mercato di titoli di stato denominati in dollari. Il caso ha suscitato opinioni discordanti anche tra giornalisti, come ha potuto ricostruire il Foglio. Simon Kennedy di Bloomberg si è profuso in una lunga difesa di Donovan sottolineandone la riconosciuta correttezza e capacità di spiegare in modo facile l’economia, oltre che l’eccellente curriculum che annovera studi – anche filosofici – nelle università più prestigiose del Regno Unito e il suo pieno impegno alla promozione della “diversity”. Di contro, Simon Rabinovitch del Financial Times, ha sostenuto che l’incredulità e l’indignazione della Cina è sincera e giustificata da un problema linguistico che ha fatto percepire il termine “maiale cinese” come altamente offensivo.

  

Quello che resta di tutta questa storia è lo sconcerto sia per la reazione del paese asiatico, ormai sempre più suscettibile a come il mondo occidentale si pone nei suoi confronti, sia per quella della banca d’affari svizzera, che, punendo Donovan, getta nel panico il mondo degli analisti finanziari. A questi ultimi non resterà che ironizzare sul rompicapo Brexit – su cui si sono sbizzarriti nei mesi scorsi – e sui conti pubblici dell’Italia, con la certezza di non essere scomunicati. Lo scorso ottobre, una ricerca di Bank of America Merrill Lynch, intitolata “Keynes è il Re di Roma”, esprimeva forti dubbi sulla capacità del governo gialloverde di tenere sotto controllo il debito e la spesa pubblica. E solo due settimane fa, la banca d’affari americana Goldman Sachs asseriva che “l’Italia è come Plutone, un pianeta in fuga dall’Europa”. A ben pensarci, queste affermazioni sono ben più gravi del gioco di parole sui maiali cinesi e in grado di influenzare le decisioni degli investitori. Ma paese che vai, usanza che trovi.

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