David Lipton e Christine Lagarde. Foto LaPresse

Col negazionismo si sprofonda

Redazione

Altro avvertimento del Fmi all’Italia gialloverde che nega i suoi problemi

Come si sta preparando l’Italia ad affrontare il rallentamento dell’economia globale e tutti i fattori d’incertezza che in questa fase agitano i mercati? E’ questa una domanda che il governo gialloverde dovrebbe almeno dimostrare di porsi davanti a istituzioni internazionali che non perdono occasione per dire che sono preoccupate per come, invece, il paese sembri non affrontare i suoi problemi economici e, anzi, nemmeno ammette di averne. L’ultimo è stato il vicedirettore operativo del Fondo monetario internazionale, David Lipton, il quale, parlando nei giorni scorsi all’agenzia Reuters a proposito delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina ha detto che il governo di Roma “non ha ancora affrontato le sue evidenti vulnerabilità” e quindi rischia di far trovare l’Italia impreparata di fronte ai pericoli che gravano sull’Unione europea, che vanno dagli effetti del protezionismo alla Brexit. Sempre secondo Lipton, l’Italia, che è già scivolata in recessione rispetto agli altri paesi dell’area euro che continuano a crescere seppure a ritmo più lento, “questo trimestre potrebbe registrare una nuova contrazione”.

   

Non è un caso che Lipton abbia espresso queste perplessità a latere di un’analisi della crisi sugli scambi Stati Uniti-Cina che ha definito come “il più grande rischio per la stabilità globale ed europea”. La guerra commerciale, infatti, dura da otto mesi e, lungi dall’essere risolta con un accordo tra le due potenze, ha già influito sulla circolazione di centinaia di milioni di dollari di beni tra le due maggiori economie del mondo. “Si ritiene – ha detto Lipton – che la stabilità fiscale debba essere il centro della riduzione del rischio in Europa, che è fondamentale per rispondere agli choc macroeconomici”. Insomma è come se il vicepresidente del Fmi avesse detto che è in atto un terremoto, che l’Europa si deve attrezzare con case antisismiche per assorbirne gli effetti e che l’Italia non ha neanche allestito i sismografi.