(Foto Pixabay)

L'Italia è ancora in debito di ossigeno

Redazione

Oltre Moody’s. La Spagna ci ricorda perché l’Italia è tra i “maiali” d’Europa

Per tutta la giornata di ieri non era atteso un nuovo declassamento da Moody’s, dopo che a ottobre 2018 l’agenzia aveva tagliato il rating a Baa3 – un livello sopra quello spazzatura – con outlook stabile. Il verdetto a tarda sera e mercati chiusi conferma la sostanza delle cose, così come non le ha cambiate la sospensione di giudizio di Fitch il 21 febbraio (rating BBB con previsione negativa). Lo spread è sì sceso a 242 punti, una settantina meno del periodo nero del governo gialloverde, e i rendimenti dei Btp sono ora al 2,5 per cento.

 

Ma questi livelli corrispondono a una volta e mezzo quelli della Spagna e a circa il doppio del Portogallo, per citare i paesi periferici dell’euro. Madrid che nella fase più acuta della crisi pagava uno spread di 50-100 punti superiore al nostro, adesso è a quota 100, con interessi sui titoli decennali dell’1,09. Lisbona, il cui spread nel 2011-2012 superava gli 800 punti, è a 124 con interessi dell’1,33 per cento. Siamo in realtà più prossimi alla Grecia (spread a 370) ancora sotto parziale tutela del Fondo monetario internazionale e della Bce. Il famigerato gruppo dei Pigs, acronimo di Portogallo-Irlanda-Grecia-Spagna (e in inglese “maiali”), cioè i paesi commissariati dalla Troika, sigla poi modificata in Piigs per l’arrivo dell’Italia, si è dissolto. Restano gli Ig, Italia-Grecia; tutti gli altri sono tornati alla normalità, senza particolari sofferenze visti i livelli di reddito raggiunti dall’Irlanda, il continuo calo di disoccupazione in Spagna (dal 27 al 14 per cento), la ripresa del Portogallo anche in termini di qualità della vita.

 

Si può aggiungere che l’età della pensione in Portogallo è 65 anni, in Spagna 65,3, in Irlanda 66. Non si pensa a quota 100. Né esiste reddito di cittadinanza o qualcosa di paragonabile; e del resto la Finlandia, solo paese europeo che l’ha sperimentato su scala ridotta in modalità grillina, l’ha sospeso. La crescita stimata nel 2019 del pil della Spagna è del 2,1 per cento, del Portogallo dell’1,7, dell’Italia dello 0,2. Il debito pubblico è ovunque in (lenta) discesa a differenza che nell’Italia gialloverde. Dopo Moody’s toccherà il 26 aprile a Standard & Poor’s, attualmente con rating BBB e outlook negativo. La polvere potrà finire sotto il tappeto fino alle europee; poi arriverà la resa dei conti.

Di più su questi argomenti: