Una scena di Ricky e Barabba, un film di Christian De Sica

Smontata la fake news della povertà diffusa

Redazione

Quanto a ricchezza l’Italia sta molto meglio di come viene raccontato. Ecco cosa dicono i dati Eurostat elaborati da Fondazione Edison

Sorpresa: quanto a ricchezza l’Italia non è così diseguale né lontana dall’Europa come ce la raccontano populisti ed euroscettici. Secondo i dati di Eurostat del 2016 elaborati nel 2018 da Fondazione Edison, il 62 per cento della nostra popolazione vive in regioni con pil pro capite per potere d’acquisto superiore alla media europea: meno della Germania (82 per cento) ma nettamente più della Francia (28 per cento di popolazione con ricchezza superiore alla media europea), Regno Unito (33), Spagna (36). Gli italiani dell’intero nord più Toscana e Lazio – cioè 37,5 milioni su 60,4 – beneficiano di un benessere superiore a quello medio dell’Ue. Anche geograficamente si tratta della maggior parte del paese: 161 mila chilometri quadrati su 302 mila, il 53,3 per cento. E delle aree più densamente popolate, 233 abitanti per km² rispetto ai 162 del resto d’Italia. Anche se da noi esiste una differenza netta tra settentrione e meridione, è una situazione molto più favorevole della Francia, dove solo l’Île-de-France (Parigi e dintorni) e Rodano-Alpi (il sud-est tra Lione e Grenoble), con circa 19 milioni di francesi su 68 milioni, hanno standard di benessere superiori alla media Ue. O del Regno Unito, dove questo benessere riguarda 22 milioni di britannici (il centro e il nord-ovest di Londra e alcune aree della Scozia) su 65,7 milioni. O della Spagna, con 16,7 milioni concentrati tra Madrid, Barcellona e Paesi baschi su 46,5. La conclusione è a molti stadi.

   

Intanto la retorica pauperista ha sì un fondamento parziale nel divario tra nord e sud, ma per esempio il pil pro capite a parità di potere d’acquisto di Campania e Sicilia è comunque più alto della Polonia e delle repubbliche baltiche, per non parlare del restante est europeo, e paragonabile alla maggior parte della Spagna e all’Inghilterra centrale. Inoltre non è vero che l’Italia “paga il conto dell’appartenenza all’Europa”: le cifre dimostrano l’esatto contrario. E soprattutto se il populismo formato Brexit e gilets jaunes avrà qualche fondato motivo nel Regno Unito e nella Francia, non ha un fondamento economico e sociale reale (né ce l’hanno ricette come il reddito di cittadinanza) in Italia. Dove di veramente peggiore c’è il chiasso da talk-show e sul web.

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