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Piazza Affari non si preoccupa per la manovra

Mariarosaria Marchesano

Borsa positiva nonostante il giudizio della Commissione, ma in sei mesi il listino milanese ha perso il 30 per cento del suo valore. Intanto, scoppia il giallo del blocco delle vendite allo scoperto sui titoli bancari. E l'Ocse taglia le stime di crescita sull'Italia

Milano. Borsa positiva nel giorno in cui la Commissione europea boccia la manovra economica e pubblica un rapporto preoccupante sull’evoluzione del debito italiano, che rappresenta il primo passo verso l'apertura di una procedura d'infrazione per deficit eccessivo. Intanto, scoppia il caso del blocco delle vendite allo scoperto sui titoli delle banche italiane. Secondo indiscrezioni di stampa, la possibilità di vietare questo tipo di operazioni speculative in una fase delicata come quella attuale sarebbe stato auspicato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, ma interpellata sul tema, il presidente vicario della Consob, Anna Genovese, ha detto che il blocco non è all'attenzione dell'autorità che vigila sui mercati. E a Piazza Affari corrono proprio i titoli del settore bancario, in particolare Bpm, che segna un forte rialzo sulle voci di un'alleanza con Cattolica. Lo spread è in discesa a 314 punti base rispetto ai livelli massimi toccati nella giornata di ieri (337 punti base), mentre il Ftse Mib guadagna lo 0,8 per cento a metà seduta. Va detto che negli ultimi sei mesi il listino milanese ha perso un terzo del suo valore, con una performance che ad oggi risulta peggiore rispetto al calo subito dalle alte borse europee nello stesso periodo.

   

L'Ocse taglia le stime sul Pil italiano

Ma la bocciatura della manovra non è l'unica doccia fredda per l'Italia. Oggi dall’Ocse è arrivato un nuovo taglio delle stime sul Pil del nostro paese. L'organizzazione prevede un crescendo del disavanzo dei conti pubblici del nostro paese e spiega che "la ripresa ha perso slancio" e "l’aumento dell’incertezza e dei tassi d’interesse ridurrà la propensione di famiglie e imprese a consumi e investimenti". L’aumento del Pil per il 2018 è rivisto all’1 per cento (dall’1,2 pe rcento indicato a settembre e 1,4 per cento a maggio) e le stime puntano a +0,9 per cento sia per il 2019, sia per il 2020. Il deficit dei conti pubblici si prospetta al 2,5 per cento del Pil nel 2019 e al 2,8 per cento nel 2020.

  

Le cause del flop del Btp Italia

Contesto di mercato non favorevole in quanto 'avverso al rischio' (risk-off) e timori per le tensioni che si stanno accumulando sui titoli di Stato italiani dopo il varo della manovra. E' in questo mix di fattori, secondo un sondaggio di Radiocor, che vanno ricercate le ragioni del flop, almeno in queste due prime giornate di collocamento, del nuovo Btp Italia emesso dal Tesoro. Il risultato, dicono gli interpellati, è deludente anche perché la struttura del titolo sembrava venire incontro proprio alle esigenze del retail, con una scadenza ridotta a quattro anni e un tasso minimo garantito decisamente più elevato rispetto alle ultime emissioni (mai così alto dalla sesta emissione dell'aprile 2014). Il risultato invece ha deluso le attese con la raccolta totale che, nei primi due giorni, si è fermata a 722 milioni di euro. La struttura del titolo aveva spinto alcuni operatori - come sottolinea l'agenzia del Sole 24 Ore - a ipotizzare per questa emissione una componente domestica più alta del solito. UniCredit si attendeva una dimensione finale dell’operazione in area 5-8 miliardi di euro, prevedendo “un importante effetto di segnalazione per i mercati”. L’operazione, segnalava UniCredit in una preview dell’emissione, “costituirà un importante test per l'appetito domestico interno al debito sovrano italiano ai rendimenti attuali”. Una domanda scarsa, avvertiva l'istituto di credito, potrebbe essere “presa come un segno che gli investitori al dettaglio non forniranno un grande sostegno ai Btp l'anno prossimo e ciò potrebbe esercitare ulteriori pressioni sui titoli”.