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Borsa volatile in attesa che Tria risponda a Bruxelles

Mariarosaria Marchesano

Piazza Affari prova a rimbalzare nel giorno della replica alla lettera di Moscovici. Ma nessun passo indietro sul deficit è atteso dal governo giallo-verde. Dopo Moody's, l'attenzione del mercato si sposta sul giudizio di S&P e sulla conferenza di Draghi

Milano. In attesa che il governo italiano risponda, oggi entro le ore 12, alla lettera sulla manovra recapitata a Roma direttamente dal commissario europeo, Pierre Moscovici, Piazza Affari tenta il rimbalzo dopo le forti perdite della scorsa settimana. Rialzi diffusi dei titoli finanziari (assicurativi e bancari). Ma permane una situazione di evidente volatilità. In apertura l'indice Ftse Mib prende la rincorsa arrivando a guadagnare l'1,7 per cento e subito però ridimensiona lo sprint pur restando in territorio positivo (0.6 per cento, dopo le prime due ore di negoziazioni). Spread in deciso calo: stamattina è sceso a 297 punti base, dopo aver raggiunto picchi a quota 340 alla fine della scorsa settimana. Gli analisti sono convinti che nell'utima fase il mercato abbia in qualche modo già digerito il declassamento di Moody's che è arrivato a Borse chiuse venerdì scorso (rating Baa3 da Baa2) accompagnato, però, da un outlook stabile invece che negativo. Nel complesso, tale giudizio allontana, per il momento, i timori per un nuovo declassamento dei titoli stato italiani al livello di "junk", ovvero spazzatura. Moody's ha precisato che i motivi alla base della sua decisione sono due: il primo è "un indebolimento della posizione di bilancio", a seguito dei propositi espansivi del nuovo governo. Secondo, l'effetto di questa manovra farà assestare il livello del debito attorno al 130 per cento del pil invece che farlo calare. Inoltre, Moody's ritiene che i piani del governo non comprendono interventi in grado di riportare la bassa performance economica del Paese a livelli più elevati.

 

Primo caso assoluto nella storia europea

Nella lettera sulla manovra consegnata al ministro Giovanni Tria, Moscovici ha ribadito che il problema non  l'aumento del deficit al 2,4 per cento, ma l'assenza di misure chiare per la crescita e la riduzione del debito pubblico. "La palla è nel campo delle autorità italiane. Aspettiamo la risposta entro lunedì", ha commentato il commissario cercando spingere il governo verso scadenze con tempi stretti. Dunque, se oggi Tria non esprimerà una volontà di un dietrofront rispetto al testo originale della manovra, la Commissione potrebbe decidere per la bocciatura e sarebbe il primo caso in assoluto nella storia europea. A quel punto si aprirebbe una finestra di tre settimane per correggere il testo, intervenendo sui numeri che preoccupano di più Bruxelles. In caso contrario, il voto dei commissari sfocerebbere in una procedura di infrazione contro il nostro paese per deficit eccessivo. Al momento non ci sono segnali di un passo indietro dell'esecutivo sul deficit al 2,4 per cento, anche se fonti di Palazzo Chigi fanno sapere che c'è la massima volonta di dialogare con l'Unione europea e di abbassare i toni. Ma forse questo non basterà ad evitare lo scontro.

  

L'attenzione si sposta su Standard&Poor's

 La partita con le agenze d rating non è chiusa. L'attenzione si sposta ora a venerdì quando è atteso anche il giudizio di S&P, che potrebbe emettere un nuovo downgrade ma con un approccio opposto a quella di Moody's, cioè potrebbe confermare il rating attuale (BBB) peggiorando in questo caso la prospettiva da stabile a negativo. Nel frattempo, Fitch ha sottolineato in una nota come un suo ulteriore downgrade (il giudizio è atteso nei primi mesi del 2019) rischia di innescare un effetto domino sul comparto bancario, visto che anche gli istituti di credito hanno un rating e che, di regola, non può essere superiore a quello del paese di appartenenza.

  

Occhi su Draghi ma la fine del Qe non è in discussione

 Intanto, per giovedì 24 è atteso il consiglio direttivo della Bce che si riunirà a Francoforte, con la tradizionale conferenza stampa di Mario Draghi. C'è da attendersi che Draghi non farà passi indietro rispetto all'annunciata fine del Quantitative easing, il programma di stimoli monetari lanciato dalla banca centrale per rimettere in moto l'economia e gli investimenti nel Vecchio Continente. Riguardo alla situazione dell'Italia, l'unico strumento di sostegno che resterebbe a disposizione in caso di bisogno sarebbe quello degli Omt, ma dall'Eurotower hanno già fatto sapere che questo può essere attivato solo all'interno di un piano di salvataggio concordato. Il che presupporrebbe che in cambio l'Italia dovrebbe accettare sacrifici e austerity che per ora non vengono messi assolutamente in conto dal governo giallo-verde.

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